Elisa ringrazia

Siamo qui per dirvi grazie, prima di ogni altra cosa. Un grazie immenso come la generosità che avete manifestato sostenendo gli intenti di Progetto Elisa con le vostre donazioni, una comunione di sentimenti e scopi in cui cuore e mente si trovano in accordo. Ma, oltra a ringraziare per la fiducia e il sostegno, riteniamo doveroso rendervi parteci delle scelte più recenti prese dalla Commissione del Progetto, di cui anche la mamma di Elisa fa parte.

Intanto, ha ritenuto di poter derogare a un punto del regolamento, quello in cui si afferma che “Il progetto è rivolto alle donne di età inferiore a 45 anni, ammalate di cancro alla mammella”: infatti, è stato considerato che ove ci sia una famiglia che lotta per salvare la vita a un figlio, è lì che un gesto di sostegno concreto debba manifestarsi. Per questo, ha provveduto a versare una somma in favore di una bambina che abita in Candeglia, e che insieme ai suoi cari ce la sta mettendo tutta per essere più aggressiva della patologia che vuole toglierla alla sua famiglia.

Pensiamo con questo di aver dato un primo senso concreto alla vostra fiducia. Ma non ci siamo fermate qui: stiamo definendo un’altra donazione importante, che siamo sicure condividerete… presto ve la racconteremo!

I docenti

A tenere le lezioni del corso “Insieme per l’oncologia” sono stati chiamati personaggi altamente qualificati fra medici, psicologi, rappresentanti del volontariato.

Per permettervi di conoscerli meglio prima del corso, a ciascuno di loro abbiamo posto tre domande:

  1. Quale aspetto della sua professione ritiene particolarmente idoneo per trasmettere al volontario le competenze oggi deve avere?
  2. Cosa principalmente si aspetta di trasferire ai volontari attraverso questo corso “Insieme per l’oncologia”?
  3. Le chiediamo di definire il volontariato in tre parole: quali e perché, secondo lei, sono le più appropriate.

Siete curiosi di sapere cosa hanno risposto? Clicca sui nomi e lo saprai!

altri… torna a trovarci, ma intanto puoi scaricare il programma completo!

Cosa c’è in programma?

Il programma del corso “Insieme per l’oncologia” è molto articolato, tocca vari punti essenziali a raggiungere lo scopo formativo prefissato, ovvero di far sì che chiunque decida di donare un po’ del proprio tempo agli altri, possa farlo con competenza. Al volontariato, quindi, è posta la massima attenzione affinché il volontario possa, a sua volta, dare il meglio di sé durante le sue attività di servizio. Questo il piano di lavoro dei primi 5 giorni di lezione:

  1. Perché il volontariato in oncologia?
  2. Il volontario tra psiche e soma
  3. Il Servizio Sanitario Nazionale, il Servizio Assistenza Sociale e i Servizi socio-sanitari integrati
  4. La patologia oncologica nell’adulto e nel bambino. Cosa deve sapere il volontario
  5. La relazione: aspetti spirituali ed etici

Tradotto in termini pratici, il primo incontro si occuperà di approfondire il ruolo del volontario in oncologia nei diversi contesti di attività, dalla promozione della salute alla prevenzione, al trasporto e all’accoglienza, portando anche l’attenzione sugli aspetti motivazionali e sui bisogni che orientano la scelta, e sui rapporti con l’utente.

Con il secondo incontro gli aspiranti volontari saranno formati, all’interno di un’ottica di integrazione fra psiche e soma, sugli aspetti psicologici e fisici, comprese le urgenze, della malattia oncologica nell’adulto e nel bambino, con riguardo particolare a quelli che sono i loro compiti.

Il terzo è finalizzato a fornire una visione sull’organizzazione del sistema di cura, dalla presa in carico ai follow up, nell’ottica di integrazione dei servizi socio-sanitari e di riflessione sul ruolo e sulle prospettive future del volontariato all’interno della rete dei servizi.

Con il quarto è previsto un approfondimento sul tema delle modalità di comunicazione e di ascolto che potranno aiutare il volontario nella relazione col paziente – adulto o minore – e la sua famiglia.

Il quinto incontro si occuperà degli aspetti spirituali e dei problemi etici collegati all’assistenza del malato oncologico, con particolare attenzione alle fasi della malattia avanzata e del fine vita.

Intanto puoi scaricare il programma completo, ti ricordiamo che il corso proseguirà con un incontro distaccato, organizzato individualmente dalle associazioni coinvolte nel progetto, così da poter dare approfondimento specifico sulle necessità legate alle realtà del proprio territorio.

Se gli argomenti trattati sono importanti, non da meno lo sono le modalità con cui si affrontano e, quindi, le competenze dei docenti chiamati a tenere le lezioni. Vuoi sapere chi sono?

Chipa di casa mia

Ogni anno ricevo dalla mia famiglia un pacco pieno di calore. È un pacco che apro tenendo gli occhi chiusi, perché so già che contiene il profumo del mio Paese, della tradizione in cui sono cresciuta e che mi è tanto cara. Infatti, quel pacco mi porta molto di più che un cibo tipico – le chipas – lui racconta la nostra storia che si svolge in un particolare periodo dell’anno, quando insieme ci troviamo per prepararlo.

La chipa è infatti un pane preparato dall’intera famiglia durante la Settimana Santa, una tradizione molto sentita: il mercoledì ci ritroviamo insieme, grandi e piccini, e ciascuno fa la sua parte per impastare, dare forma e poi infornare le chipas nel tatakua (il tipico forno in terracotta) da cui usciranno le fragranti pagnotte che la famiglia consumerà fino alla domenica di Pasqua. È anche usanza del venerdì, giorno del digiuno, mangiare solo le chipas inzuppate in un infuso preparato con le foglie essiccate del mate, una pianta molto diffusa dalle nostre parti.

Ecco perché il pacco con le chipas che arrivano dalla mia famiglia mi è tanto caro, mi porta coi ricordi insieme a loro, in quella settimana santa e speciale per la tradizione.

La ricetta

INGREDIENTI – per circa 15-20 chipas (dipende dalla forma che diamo)

  • 1 kg farina di mais
  • 1 kg farina di manioca
  • 6 uova
  • anice (qb, a gusto personale)
  • un cucchiaino scarso di sale
  • 250 gr di burro
  • latte (quantità via via necessaria per dare all’impasto una consistenza morbida, tipo quella della pizza)

PROCEDIMENTO

Mettere le due farine in un recipiente piuttosto grande, insieme a sale e anice: usiamo per l’anice un piccolo trucco, lo strusciamo un po’ fra le mani prima di aggiungerlo alle farine, così si scalda quel tanto che basta per farlo essere più profumato.

Sbattere le uova con il burro, in modo da formare una sorta di crema che aggiungeremo alle farine, poi iniziamo a mescolare: a questo punto iniziamo a incorporare il latte, poco alla volta, fin quando la pasta prende una consistenza morbida (come indicato sopra).

Dalla pasta così ottenuta si prendono dei pezzetti, e si dà loro l’aspetto che preferiamo: pagnotte semplici oppure forme come cerchi, animaletti, trecce, fiori… a fantasia. I bambini saranno i più felici di questo bel gioco!

Il seme del volontariato

In tempo di pandemia il valore del volontariato si è manifestato in tutta la sua grandezza: la generosità di molte persone si è espressa attraverso tante formule, tutte accomunate dalla voglia di fare e dare qualcosa per la comunità. Una scelta spesso dettata più dal cuore che dalla ragione, dal desiderio di esprimere il senso di appartenenza e di condivisione attraverso gesti di solidarietà che confluiscono in azioni condivise.

Quando lo slancio si perfeziona con la competenza che si richiede per svolgere al meglio il proprio ruolo di volontario, ecco che i risultati possono essere molto appaganti, e la generosità diventa un boomerang che torna, moltiplicata, in gesti di affetto. Gesti che aiutano a definire il volontariato per ciò che è, ovvero… volontari si è, nel profondo del proprio io, e il volontariato si fa dando a questa spinta la competenza che deve avere.

In questa chiave di lettura si colloca il corso Insieme per l’oncologia, nell’ottica di offrire ai volontari – o agli aspiranti volontari – gli strumenti più idonei a gratificare con la preparazione il desiderio di donare il proprio tempo: un seme che, se piantato con amore, germoglia rigoglioso spargendo nuovi semi di buono intorno a sé.

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I partner: Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze

Gli istituti come le fondazioni gestiscono di solito patrimoni ingenti, con la finalità di trarne la maggiore utilità possibile per la comunità. Con gli occhi bene aperti sul mondo, assolvono al loro compito selezionando progetti e proposte che arrivano a vario titolo dalla società civile, sostenendo attivamente quelli considerati più meritevoli, in quanto complessivamente più rilevanti sotto un profilo sociale.

In questo senso rappresentano un sostegno importante per l’associazionismo, compreso il nostro, che accoglie la buona volontà di persone che desiderano dedicare un po’ del loro tempo agli altri con il volontariato. Il nostro è un mondo che quando si incontra con quello di enti che si preoccupano di sostenerlo, vede l’occasione di generare nuova linfa da far scorrere nei molteplici rami della solidarietà.

Il progetto “Insieme per l’oncologia” nasce proprio da un’opportunità offerta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. Tenendo gli occhi sul mondo – come dicevamo prima – l’istituto fiorentino si sta muovendo nella direzione di valorizzare in maniera concreta il ruolo del terzo settore, di cui le associazione di volontariato rappresentano una parte consistente, e che grazie alla filosofia sposata da FCRF trova applicazione proprio nel progetto del pool delle nostre associazioni che si sono unite per proporre, rivolgendosi ai volontari – già in attivo ma anche ai nuovi che vorranno unirsi a loro – per fornire loro gli strumenti che l’impegno nel terzo settore richiede: adeguata competenza, che diventa professionalità nel sostenere ogni paziente nel rispetto delle sue aspettative di cura.

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Onda su onda…

Il virus prova a metterci lo zampino ma… noi siamo più resistenti di lui, e dopo aver ricevuto diverse richieste da aspiranti concorrenti per “Sento, vedo, racconto la Camminata che vorrei” e “A tavola con la tradizione. In cucina fra le sponde del Mediterraneo”, abbiamo deciso di prorogare la data per l’iscrizione a entrambi i concorsi.

La “nuova ondata” ha colpito tutti con forza, ma per quanto ci riguarda non abbiamo alcuna intenzione di affondare: quando serve indossiamo la ciambella, e poi impariamo a nuotare!

Perciò, assecondiamo le vostre richieste ma ci aspettiamo di essere sommerse dal vostro entusiasmo nel partecipare alle iniziative che Voglia di Vivere propone.

Quindi, pur mantenendo valide le iscrizioni già pervenute con i precedenti moduli, da adesso in poi coloro che decideranno di partecipare potranno farlo utilizzando queste nuove schede di iscrizione:

La data ultima per iscriversi ai concorsi, con tutti i migliori auspici del caso, è quindi spostata a

venerdì 15 gennaio 2021

AD MAIORA SEMPER!

E se fosse rosa?

Come molte altre mode, anche questa del black friday comincia laggiù, nel Nuovo Mondo. Una furbata dei cugini d’oltreoceano per incentivare le vendite, sulla cui origine corrono storie leggendarie. O, meglio, a dire il vero la leggenda si perde nelle origini del suo nome: secondo alcuni l’ultimo venerdì di novembre deve l’appellativo “black” al fatto che la chiamata allo shopping ebbe così tanto successo da attirare una quantità impressionante di gente e relativo traffico di veicoli, da rendere l’aria nera per lo smog. Molto più verosimile ci sembra invece l’altra versione, quella secondo cui gli incassi permettevano ai negozianti di scrivere i registri contabili con la penna nera delle colonne di attivo, invece che con l’inchiostro rosso dei conti in perdita! E siccome il giochino funzionò… ecco che il mondo intero (almeno quello “civilizzato”) ha via via fatto proprio il black friday, che è divenuto, di fatto, il segnale di inizio per lo shopping natalizio.

Chiarito questo, aggiungiamo alcune note del tutto – spudoratamente! – personali. Nel senso che nel rosso e nero non ci riconosciamo, preferendo come ben sapete il rosa (magari ravvivato con qualche sfumatura di verde). Perciò, abbiamo deciso di lanciare un nostro personalissimo “pink friday” per proporvi uno “shopping” natalizio alternativo.

Gli anni precedenti ci avete trovate a promuovere i lavori realizzati dalle nostre volontarie, oggetti preziosi per il loro significato di dono solidale. Superfluo spiegare perché per il prossimo Natale non saremo in qualche spazio a vendere mercanzie autoprodotte: le festività si prospettano… fuori dalle righe, ma non per questo vogliamo privarvi della gioia che dona un bel gesto di solidarietà, a ricordare il significato più intimo del Natale, di quella Luce che porta speranza nelle tenebre della paura.

Abbiamo pensato di ringraziarvi offrendovi un’immagine rappresentativa di quella Luce, da offrire a chi vorrete, pur rispettando le restrizioni che ci sono prescritte. Donare una somma a Voglia di Vivere, lo sapete, significa sostenere attività che a loro volta sostengono chi ha bisogno: all’indirizzo di posta elettronica che ci segnalerete, invieremo l’immagine natalizia personalizzata da Voglia di Vivere, perché per quanto difficile sia il momento possiamo sentirci vicini e ricordare il piacere del calore umano dato dalla speranza.

Buon tutto a tutti voi!

Vuoi sapere come poter donare?

 

 

Percezione e azione

Non è passato troppo tempo da quando era impossibile anche solo nominarlo, il cancro. A pronunciare questa parola sembrava quasi di chiamarlo… no, no, per carità! Così veniva nominato in tanti modi: il malaccio, la bestia, il nemico, il male del secolo e così via, ognuno ne conoscerà varianti di ogni genere. Bastava non dire “cancro”. Lo spauracchio, oggi, è stato esorcizzato grazie alla volontà di molte figure che hanno messo le proprie competenze al servizio della salute: ricercatori in primis, affiancati da medici e anche da pazienti, ci permettono di andare oltre i limiti culturali facendo sì che parlare di cancro significhi oggi parlare di percorsi di cura.

Quindi il cancro è stato sconfitto? No, c’è ancora molta strada da fare, ma stiamo vincendo sia sulla malattia fisica sia sulla consuetudine che lo volevano nascosto, come se ammalarsi di cancro fosse la pena prevista come espiazione a qualche peccato: perciò, rimbocchiamoci le maniche e vediamo di comprendere le nuove forme di assistenza e cura.

Il percorso di assistenza e cura ai pazienti oncologici è cambiato, richiede competenze nuove, idonee nel rispondere al carattere di professionalità che si identifica con la riforma del terzo settore.

Di conseguenza, la presa in carico della persona che si ammala necessita di un approccio che non è solo quello del “curare” ma anche del “prendersi cura”, una modalità questa che mette al centro del trattamento l’individuo compreso nella sua complessità e unicità, così da dare una risposta attenta ai bisogni che il paziente e la famiglia portano.

La complessità di tali bisogni necessita l’attivazione di un modello organizzativo in rete che preveda un approccio multi-disciplinare attraverso l’integrazione dei percorsi diagnostico-terapeutici e di quelli assistenziali, coinvolgendo sia i servizi ospedalieri che quelli territoriali.

La realizzazione di reti assistenziali costruite su tale integrazione diventa dunque oggi fondamentale per garantire l’accessibilità agli strumenti di prevenzione e cura, ma anche per promuovere la qualità della vita dei pazienti oncologici: ed è esattamente questo l’obiettivo che il progetto “Insieme per l’oncologia” si è dato, formare e in-formare i volontari, per fortificare le loro competenze.

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Autunno generoso

L’autunno è la stagione che predispone l’animo alla pacatezza della Natura, quando questa si prepara ad addormentarsi per il meritato riposo invernale. Ci saluta avvolgendoci nel calore di un manto che porta i classici colori di un tramonto che fa ben sperare nel… bell’anno si spera, quello che verrà al risveglio, in primavera.

Su questo autunno 2020 grava come non mai la stanchezza di un anno difficile, che in diverso modo ha tolto serenità a ciascuno di noi ma che non è riuscito a intaccare la Voglia di… solidarietà con il prossimo. Anzi, in alcuni casi l’ha fatta diventare più forte.

Per questo vogliamo ringraziare pubblicamente tutte le donne che sia attraverso il Centro Figurella di Pistoia sia con la locale rappresentante Tupperware, hanno generosamente contribuito a raccogliere somme che Voglia di Vivere utilizzerà, come sua abitudine, per mantenere attivi i propri servizi: supporto psicologico di consulenza nutrizionale (che ricordiamo sono sempre rimasti operativi, tramite dispositivi elettronici e telefonici e che operativi resteranno), ma anche tutti gli altri, nei termini di rispetto delle regole indicate per la sicurezza.

Grazie davvero, perché la generosità non conosce stagioni!