Voglia di Condividere Sostare in gruppo

So-stare in gruppo: imparare a suonare una sinfonia

Nessuno può fischiettare una sinfonia.
Ci vuole un’intera orchestra per riprodurla.
H.E. Luccock

In un mondo che ci porta sempre più spesso verso l’isolamento, al non creare legami e ad avere paura dell’altro, diventa ancora più vitale riconoscere e conoscere il valore dello stare insieme, del creare e mantenere relazioni: l’importanza del gruppo, del so-stare con altre persone condividendo emozioni ed esperienze arrivando così ad accrescere il bagaglio di ciascuno.
La condivisione è un collaborare per un obiettivo comune, non è un essere d’accordo o in disaccordo, ma un confrontarsi costantemente che richiede disponibilità a mettersi in gioco: il gruppo è ben più della somma dei singoli individui perché si crea un qualcosa che va oltre.
Un interesse, un’esperienza, un obiettivo…sono varie le motivazioni che portano le persone a stare insieme: c’è sempre un filo che lega, non è mai il caso ciò che ci porta ad avere accanto quella precisa persona in quel preciso momento della nostra vita. A volte è più facile da cogliere il motivo, altre sfugge, ma quel filo rosso esiste e rappresenta un’opportunità. Così come viene descritto in “Donne che comprano fiori”, il libro recensito questo mese, o come viene offerto nel gruppo di crescita personale che Voglia di Vivere propone: la condivisione è una sfida ma è ciò che ci può dare la spinta per quel cambiamento che aiuta ad essere più consapevoli.
“Vivere è un compito urgente!” questo ci dicono le protagoniste di “Donne che comprano fiori” e la dimensione del gruppo non più che essere uno strumento in più per rispondere a questa chiamata della vita!
Da quando l’essere umano è sulla Terra, ha sempre vissuto in gruppo, lo stare in relazione è un imperativo biologico! Con gli altri possiamo trovare una risposta a bisogni fisiologici e psicologici che da soli non possiamo soddisfare! Se ci pensiamo, da sempre siamo stati in relazione: già nella vita intrauterina siamo in relazione! Entriamo poi a far parte di una famiglia, di una classe quando andiamo a scuola e pratichiamo uno sport: il gruppo ha di per sé l’obiettivo di migliorare la sopravvivenza dell’individuo. L’evoluzione ci racconta proprio questo!
Far nascere e tenere insieme un gruppo non è mai semplice e non può essere opera di una persona sola: è necessario che i membri provino interesse l’un l’altro, nella consapevolezza che si va a costituire una realtà collettiva della quale è importante ci si senta parte, ognuno con il proprio ruolo.
Lo stare in relazione, poi, è anche responsabilità, è assumersi un impegno nel far sì che la voce di ognuno si armonizzi con la voce della collettività e ci possa essere uno scambio, un arricchimento reciproco. Gerbasi (1995) afferma che il gruppo è:

Un processo collettivo ed individuale, che parte da ognuno (…), si esplica nel collettivo con il sostegno di tutti e torna all’ individuale.

Sì, perché come detto, il ritorno poi è sul piano individuale: le energie messe nel collettivo sono energie spese per sé. Vogliamoci bene e lasciamo che anche gli altri ce ne vogliano!

Claudia Bonari