Famiglia

INSIEME SIAMO PIÙ FORTI: l’importanza del sostegno alla famiglia

“Ohana” significa famiglia e famiglia vuol dire che nessuno viene abbandonato o dimenticato.

Lilo & Stitch

 

Il concetto di salute definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale” che “non consiste soltanto in un’assenza di malattia o di infermità” sottende la visione della persona come un’unità inscindibile mente corpo e indica come, nell’affrontare la malattia, ciò divenga ancora più rilevante e richieda un approccio globale al paziente. In tal senso il modello di presa in carico che si va diffondendo tiene conto delle diverse variabili concorrenti allo stato di salute e ai processi di cura, curabilità e care.

Essere attenti al contesto familiare, in particolar modo al/ai caregiver che accompagnano il paziente, rappresenta un importante fattore di cura che non può essere trascurato.

Nel corso degli ultimi decenni si sono osservate profonde trasformazioni nella struttura e nelle relazioni familiari avvenute parallelamente ai radicali cambiamenti del tessuto socioeconomico. Le grandi famiglie, di composizione allargata, si sono progressivamente frammentate dando origine alla famiglia nucleare composta da un numero ristretto di membri.

Quando un componente riceve una diagnosi importante, in realtà è l’intero sistema familiare che la riceve. Accanto al paziente da tutti riconosciuto come tale, si creano le condizioni perché vi siano dei “pazienti nascosti”, ovvero la o le persone che accompagneranno la persona che ha ricevuto la diagnosi in tutto il suo percorso.

Cosa fa un familiare? Accompagna il paziente alle visite, se e quando necessario parla con i medici, si occupa delle formalità burocratiche, dell’alimentazione, delle terapie, dell’igiene personale, sostiene il paziente in ogni momento e può trovarsi nelle condizioni di dover lasciare il lavoro. Ovviamente non è detto che sia una sola persona che si fa carico di tutte queste attività, ma possono essere condivise, laddove possibile, con altri componenti della famiglia.

Nell’approccio globale al paziente, diventa fondamentale, quindi, prendere in carico il sistema familiare come intervento di sostegno alla salute del paziente, rispettando la storia, le risorse e le fragilità della famiglia che arriva, appunto, all’evento malattia con tutto un bagaglio di esperienze e di vissuti che non possono essere trascurati. Ogni famiglia ha il suo livello di adattabilità agli eventi della vita, ha un suo punto di equilibrio e di stabilità che deve essere, in primis, rispettato e, laddove necessario, è importante un percorso di accompagnamento nel trovare un adattamento più funzionale alla situazione che si sta vivendo, preservando il più possibile l’identità dei singoli e dell’intero nucleo.

Far sentire il paziente e tutto il sistema familiare partecipe del processo di cura, rappresenta un fattore protettivo molto importante.

Coniugare la necessità di una presa in carico con il mantenimento di prospettive di ritorno alla propria vita anche se l’oggi è condizionato dalle cure e dalla malattia, resta compito fondante dell’équipe allargata di cura l’attenzione alla storia precedente e il sostegno dei legami e dei progetti.

 

Qual è stata la tua esperienza?

 

 

Tumore al seno

“Stoccate rosa” dopo il tumore

Ormai è noto,  l’ attività fisica regolare è  fondamentale dopo un tumore al seno, deve essere però adattata alle pazienti, filtrata e supervisionata da medici specialisti. Che ne direste di tirare qualche colpo di sciabola, spada e fioretto per ritrovare l’equilibrio fisico e psicologico dopo l’intervento?

Una idea, Azienda Sanitaria USL Toscana Centro, semplice ed innovativa  che trasforma la scherma in una pratica fisica adattata (A.F. A),efficace per il recupero psicofisico post operatorio.  Stoccate e affondi, seguendo una precisa traiettoria, aiutano  a recuperare la mobilità del braccio in modo istintivo, favoriscono un miglioramento degli atteggiamenti posturali di tutto il corpo ed il recupero di spalla e braccio dal lato dell’ intervento. Non solo,  questa disciplina, tutta giocata in difesa ed al tempo stesso in  attacco, contribuisce  a ritrovare la grinta e la forza per riprendere confidenza con il proprio corpo e ritrovare la voglia di ricominciare. Ebbene, se  le stoccate vi incuriosiscono ed avete voglia di sperimentare l’eleganza del “fleche”ecco tutte le informazioni utili.

Criteri di inclusione :

  • donne operate al seno
  • senza limiti di età
  • che abbiano terminato la fase riabilitativa( se necessaria)
  • cicatrizzazzione postuma dell’ intervento avvenuta

Non sono criteri di esclusione:

  • la linfoadenectomia
  • il linfedema
  • la radioterapia
  • presenza di post
  • chemioterapia in atto.

 

  • Il percorso per le iscrizioni prevede l’invio da parte dei fisiatri,  fisioterapisti, chirurghi, oncologi ed associazioni al fisioterapista che fa la valutazione A.F.A per l’azienda sanitaria di provenienza(Prato o Pistoia)
  • Per le visite di valutazione da parte del fisioterapista ASL ecco i numeri ai quali potrete rivolgervi :
  • Pistoia: numero verde 8002518822 ( dal lunedì al venerdì dalle 11,00 alle 13,00)
  • Prato : telefono 0574/807850.

I corsi si terranno presso la palestra della Fondazione C.Ri.D.A. a Montale il martedì mattina dalle ore 10,00 alle 11,00.

L'amore che mi resta Voglia di Vivere

Recensione L’amore che mi resta

Michela Marzano scrive un commovente romanzo sulla maternità, sull’adozione e la genitorialità. Un viaggio nel dolore assoluto, con le parole esatte per nominarlo, una narrazione che ti toglie il respiro, ti porta all’inferno e poi finalmente a rivedere la luce, alla scoperta della verità.

L’autrice: Michela Marzano ( Roma 20 Agosto 1970) filosofa, docente all’ Università di Parigi V. René Descartes ha diretto il dipartimento di scienze sociali della Sorbona. Autrice di numerosi saggi di filosofia morale e politica ha vinto nel 2014, il premio letterario Bancarella con il volume L’ amore è tutto. È tutto ciò che so dell’ amore edito da UTET.

Trama: La sera in cui Giada si ammazza, Daria precipita in una sofferenza che ” coltiva” con dedizione religiosa perché è tutto ciò che le resta della figlia adottiva. Una sofferenza, che la letteratura non deve aver paura di affrontare e che ci porta, pagina dopo pagina, a seguire Daria nel suo buio dove, neanche il marito ed il figlio riescono ad aiutarla. Ricominciare a vivere, per Daria, significa quasi un sacrilegio davanti allo” scandalo” di una perdita così devastante. La sua era una famiglia perfetta: due figli splendidi, un marito, Andrea, insegnante universitario, con il pallino delle parole che, essendo importanti non vanno sprecate. Poi, il suicidio di Giada e tutto diventa buio. Daria, vuole solo ripercorrere il passato barricandosi dietro i ricordi di quando non riusciva ad avere bambini, del momento in cui aveva adottato Giada ed il mondo le pareva essersi aggiustato. E poi, inaspettatamente un figlio naturale, le gelosie, la verità sull’adozione di Giada, i ricordi della maternità, dell’ amore che cura tutte le ferite ma anche dei vuoti, dei dubbi, di una parte di Giada mancante.

Recensione: Un libro intenso, una storia raccontata da una madre trincerata nel suo dolore con flashback improvvisi ed emotivamente potenti. Un viaggio nel dolore ed allo stesso tempo nei bisogni di tutti noi, il desiderio di essere accolti, il nostro insaziabile bisogno di essere amati, perchè senza amore si è morti ,ancor prima di morire.

Michela Marzano, L’amore che mi resta, Einaudi 2017

Via Ripetta 155 Voglia di Vivere

Recensione Via Ripetta 155

Via Ripetta 155, libro finalista  Premio Strega 2017

Autrice: Clara Sereni, scrittrice, traduttrice, giornalista e altro ancora nel mondo della disabilità psichica e mentale. E’ stata presidente della associazione “La Città del Sole”. Nasce a Roma nel 1946, suo padre è un importante dirigente del P.C. di Roma, ma desidera indipendenza e si avvicina alla estrema sinistra ,intuisce il nuovo e vi si butta a capofitto. Va a vivere da sola, in via Ripetta 155 appunto. Vive in libertà, legge testi di avanguardia e vede film impegnati politicamente che alimentano intere nottate a discutere con il suo gruppo per cercare di capire cosa succede in Italia e nel mondo. Attualmente vive a Perugina e dirige la collana”le farfalle”.

Trama: Il libro è di genere autobiografico . L’autrice racconta la sua vita tra il 1968 e 1977, più precisamente come è stato per lei vivere da sola, in quegli anni di rinnovamento, libertà, ricerca di giustizia e ribellione verso una generazione che ormai aveva fatto il suo tempo. Una donna di 20 anni disorientata dai venti di cambiamento. Combatte la solitudine, le difficoltà e vive i tragici eventi politici di quegli anni con una forte partecipazione personale che le riconosco come caratteristica identitaria che sicuramente ancora la caratterizza. Una donna che ha vissuto il suo tempo e lo ricorda a chi come lei si è impegnata e lo racconta a chi come me non è riuscita a coglierlo e a capirlo spostando di qualche decennio la consapevolezza sociale e civica.

Analisi:  L’autrice ha pubblicato il libro nel 2015 e racconta i fatti del decennio 1968-1977. certamente trovandosi in un momento significativo della propria vita può riflettere con calma su quello che ha vissuto da giovane. Io aggiungerei però che altri autori (Francesco Piccolo, Romano Lucherini….) hanno pubblicato libri relativi a quel decennio solo dopo il 2000. Probabilmente quella generazione così impegnata si è sentita delusa dalla escalation della violenza di quegli anni e non si è identificata nella contestazione sanguinaria tra gruppi politici opposti. Il desiderio di raccontare episodi della propria vita fa sì che ne scaturisca una storia che ha sapore di verità e di informazione. Leggere questo libro significa, secondo me, confrontare le nostre esperienze di quel periodo con esempi di vita vissuta che arricchiscono e fanno riflettere. Il lessico è colloquiale, ma il costrutto e la punteggiatura sono più simili al linguaggio parlato che scritto.

Giudizio: L’argomento richiede spiccati curiosità e interesse riguardo agli anni 1968-1977. E’utile leggerlo per un confronto se, come me , si è contemporanei dell’autrice, e’ importante per le generazioni di oggi conoscere momenti della vita italiana che ha poi prodotto questa nostra Italia contemporanea ( considerando che i fatti storici studiati in quinta superione al massimo arrivano alla guerra fredda tra Comunismo e Capitalismo).
Mariangela

 

Noi due come un romanzo Voglia di Vivere

Noi due come un romanzo

Noi due come un romanzo

“Adesso sto davvero bene qui, tra gli amori di carta. Amori sicuri che non si dissolvono in una ragnatela di rughe e che hanno messo a tacere le compassionevoli preoccupazioni di amiche ed amici, ex mariti, ex amanti, convinti che in campo sentimentale io non abbia seguito quella che loro, sapientoni, definiscono un’evoluzione. “

L’autricePaola Calvetti ( Milano 1958) si è diplomata al Liceo Linguistico Alessandro Manzoni di Milano, si è laureata al Dams di Bologna ed ha iniziato a collaborare al quotidiano Repubblica con recensioni sullo spettacolo. Dal 1993 al 1998 ha diretto l’ufficio stampa del Teatro alla Scala.  Ha lavorato per trasmissioni Rai ed in particolare ha partecipato alla trasmissione di Rai Tre Linea Notte con la rubrica  La libraia dell’amore. Finalista al Premio Bancarella con il romanzo d’esordio, L’amore Segreto, i cui diritti sono stati acquistati da Rai Cinema e Urania Film. Nel 2004 è uscito per Bompiani Né con te né senza di te, giunto alla quarta edizione in quattro mesi. É autrice di Cara Sorella,(2011)  Olivia, ovvero la lista dei sogni possibili, ( Mondadori 2009) e Gli Innocenti, ( Mondadori 2017)

 La trama : Vi è mai capitato di svegliarvi una mattina e sentire che la vostra vita è ad un punto di svolta? A Emma,  accade d’improvviso, alla soglia dei fatidici cinquant’anni quando ormai è una donna arrivata, con una brillante carriere, un figlio adolescente ed un ex marito garbato e gentile. Eppure Emma sente che qualcosa deve cambiare ed accetta la sfida: rileva la cartoleria ricevuta in eredità da una zia e la trasforma in una stravagante libreria. Sogni&Bisogni, questo il nome, venderà solo romanzi d’amore e diventerà in poco tempo il rifugio  ed il luogo d’incontro di tanti personaggi , uomini e donne, giovani ed anziani  che portano le loro vite fra i libri e così facendo ne scoprono di nuove. Anche Emma ritroverà, grazie alla libreria, Federico il suo grande amore che vive a New York ed è sposato. I due, per colmare la distanza che li separa  stringeranno un patto : scriveranno solo lettere di carta che voleranno veloci fra due caselle postali ma, il delicato equilibrio di questa storia d’ amore, non può durare per sempre…

Il commento: Sogni&Bisogni è il nome di una libreria che vi incanterà: tanti personaggi che sembrano uscire dalle pagine dei romanzi, e che sono  invece, persone vere con le loro vite e la voglia di ritrovarsi e raccontarsi. La storia si intreccia in mille sfumature e si concentra sull’animo umano e la sua realizzazione. La scrittura semplice e ricca di citazioni si fa incalzante ed emozionante assecondando i” sogni e bisogni” dei protagonisti.

Noi due come un romanzo,” Paola Calvetti – Arnoldo Mondadori Editore – 2009