Il voto è… servito?

Abbiamo iniziato a pubblicare alcune ricette della tradizione inviate per il concorso “A tavola con la tradizione. In cucina fra le sponde del Mediterraneo” e che naturalmente per adesso sono anonime, i nomi degli “chef narratori” sarà svelato solo a fine concorso.

C’è tempo fino al 15 gennaio per iscriversi, tenendo presente che… chi prima arriva più “like” si prende: le ricette si trovano pubblicate nell’evento appositamente aperto sulla nostra pagina Facebook, dove possono essere votate con un semplice “mi piace” che può far vincere la ricetta preferita.

E vuoi scommettere che la giuria popolare dai social esprimerà un parere diverso da quello che darà la giuria ufficiale del concorso? Staremo a vedere!

Intanto… eccole qua, pronte per essere lette (in ordine alfabetico), provate, gustate! E sapere quale sia la vostra preferita.

 

 

La ribollita: trionfo di verdure

La ribollita è un piatto che richiama non tanto la mia infanzia, poiché a Pistoia si è soliti fare la zuppa col pane ammollato, ma non “ricotto”, quanto, invece, un aspetto importante della “contaminazione” positiva ricevuta da mia suocera, contadina proveniente dal Mugello, che preparava un’ottima ribollita, talvolta aggiungendo anche la cotenna di maiale che ho volutamente omesso nella ricetta per rendere questo piatto gustoso ma meno ipercalorico. Ho invece lasciato il prosciutto, poiché rende il piatto più saporito ma con meno necessità di aggiunta di sale.

La ribollita si può accompagnare con spicchi di cipolla rossa cruda (meglio se di Tropea)… chi vuole ne può gustare l’alchimia… e… buon appetito!

La ricetta

INGREDIENTI (per 6 persone):

  • 300 g. fagioli borlotti secchi
  • 300 g. fagioli cannellini secchi
  • 3 zucchini
  • 1 manciata di fagiolini
  • 2 mazzetti di bietola
  • 1 mazzetto di cavolo nero
  • 1 cavolo verza piccolo
  • 2 gambi di sedano
  • 4 carote medie
  • 4 patate
  • 3 pomodori maturi
  • 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
  • 1 cipolla
  • 1 rametto di pepolino (timo)
  • 1 rametto di rosmarino
  • 1 spicchio d’aglio
  • 3 cucchiai di Olio Extra Vergine di Oliva
  • 1 fetta abbastanza spessa di prosciutto crudo
  • sale e pepe q.b.
  • 300 g. di pane toscano cotto a legna raffermo

PROCEDIMENTO

Mettere l’olio Extravergine di Oliva in un tegame molto capace e far rosolare il prosciutto tagliato a cubetti con la cipolla finché questa non si sarà imbiondita e con l’aglio, il pepolino e il rosmarino.

Unire il pomodoro tagliato a pezzetti e il concentrato.

Aggiungere un po’ di broda dei fagioli preventivamente bolliti, unitamente ai fagioli passati al setaccio (lasciarne da parte qualcuno intero, sia cannellino che borlotto, da aggiungere quasi a fine cottura)

Mettere tutte le verdure spezzettate e ben lavate, partendo da quelle che necessitano di maggior cottura (cavolo, fagiolini, sedano, bietola, carote, patate e, infine, le zucchine).

Aggiungete 4-5 ramaioli di acqua fredda, salate, pepare e fate bollire a fuoco lento per almeno 2 ore. A fine cottura trasferite una buona parte della broda di verdure in una grossa padella.

Incorporate il pane raffermo, tagliato a cubetti (lasciate da parte un po’ di verdura a fine cottura o per diluire il pane se si addensa troppo) e fate cuocere finché il pane si sarà completamente amalgamato alle verdure.

Servire ben calda e aggiungere olio Extravergine di Oliva a crudo, con una macinata di pepe fresco.

Il pane pasquale di Isia

Isia era originaria della zona dell’Orsigna, nell’Appennino Tosco Emiliano, poi, conosciuto Ruggero, si era sposata ed era andata ad abitare a Campo Tizzoro, villaggio costruito dagli Orlando per gli operai della loro grande industria metallurgica S.M.I.
Donna forte, eppure semplice, massaia dai grembiuli a fiorellini, era molto elegante e curata quando usciva; ornava i cappotti con spille dorate e colli di pelliccia che davano al suo bel viso un’aria da gran signora, aveva tra le mura domestiche un carattere ‘pepato’, ma sapeva anche ridere e sorridere ed era una chioccia i nipoti. La ricordo, oltre che con un immenso affetto, sempre con il mestolo in mano. O lo roteava nella nostra direzione a causa delle marachelle compiute o lo girava nei pentoloni sul focolare…

Nei giorni precedenti la Pasqua iniziava la grande lavorazione dei pani pasquali che dopo la benedizione in chiesa avrebbero costituito la base del pranzo del dì di festa.

Venivano ad aiutarla la sorella Elda, i figli Roveno e Silvano, la figlia Silvana, le nuore Elisabetta e Ietta, tutti quelli a disposizione, insomma. Noi bimbetti si assisteva con il naso sul tavolo e gli occhi spalancati verso la grande spianatoia.

Il profumo che si sprigionava dal forno a legna era meraviglioso: era come l’abbraccio della mia grande nonna.

Ricetta

INGREDIENTI (a occhio…)

  • ½ chilogrammo di farina 0
  • 1 ettogrammo di burro e 1 ettogrammo di zucchero
  • un pizzico di sale
  • uvetta a piacere
  • un goccio di cognac o sambuca
  • 2 uova intere
  • 1 bustina di lievito da dolci, o da pane, o lievito di birra
  • anacini a occhio
  • un poco di buccia di limone grattugiata

PROCEDIMENTO

Prendiamo la farina e mettiamola a fontana sulla spianatoia, aggiungiamo la buccia del limone grattugiata, lo zucchero, gli anacini, le uova, il burro sciolto a bagnomaria, il lievito sciolto nel latte, un goccio di cognac e impastiamo.

Poi aggiungiamo l’uvetta precedentemente ammollata. Si lavora bene bene fino a d avere un bel pane. Lo lasciamo lievitare venti minuti sulla spianatoia e intanto accendiamo il forno. I più fortunati useranno un forno a legna.

 

Prendiamo un foglio di carta gialla e lo ungiamo con l’olio di oliva. Ci mettiamo sopra il pane lievitato e mettiamo in forno a 180 gradi per 40 minuti.