Le braciole in salsa della zia Maria Grazia

Il borgo di Cecina di Larciano, posto su un colle a poco più di centotrenta metri di altezza, nell’area del Montalbano, è un paese di antiche origini che nell’età medioevale ebbe un ruolo considerevole in quanto castello posto a guardia dei confini meridionali del territorio comunale pistoiese, insieme a Larciano e Lamporecchio e collegato ad ovest con Serravalle, punto strategico fondamentale. Maria Grazia andava spesso a Cecina di Larciano a trovare la cognata Grazia, moglie del fratello Giorgio, e oltre alle lunghe passeggiate nei colli, alle confidenze sulle vicende familiari, sulle persone che conoscevano, si facevano compagnia cucinando e passandosi le ricette di famiglia.

La cognata amava in particolar modo le braciole al sugo di Maria Grazia, che non poteva tornare nella sua Pistoia se non dopo aver cucinato e diffuso o il profumo della sua ricetta per tutto il borgo di Cecina!

La ricetta

INGREDIENTI

  • 4 braciole di vitello
  • 2 uova
  • pangrattato
  • sale
  • salsa di pomodoro
  • olio di oliva
  • prezzemolo
  • una cipolla rossa
  • 2 acciughe sfilettate

 

PROCEDIMENTO

Sbattere le uova e aggiungere un pizzico di sale. Passare le braciole nell’uovo e dopo nel pane grattugiato. Mettere dell’olio di oliva nella padella e quando è caldo aggiunge le braciole impanate.

 

A parte preparate tegame con prezzemolo e cipolla rossa tagliata sottile e si fa soffriggere piano. Appena il soffritto prende il colore si aggiunge la passata di pomodoro.

 

Si fa cuocere per circa 10 minuti. Dopo si aggiungono due acciughe deliscate e infine si aggiungono le braciole, scolate dall’olio di cottura, e si fanno andare per cinque minuti nella salsa.

 

E buon appetito!

 

Progetti&Contributi

Un sostegno concreto quello offerto dalla Regione Toscana al mondo del volontariato, stabilito con il decreto dirigenziale 8639 dello scorso giugno: anche Voglia di Vivere OdV ha partecipato all’”Avviso pubblico per la concessione ad Organizzazioni di Volontariato e Associazioni di Promozione Sociale di contributi finalizzati a fronteggiare le conseguenze determinate dall’emergenza sanitaria Covid-19 in ambito sociale – anno 2020“, beneficiando del contributo di € 11.812,00.

La somma è stata utilizzata per mantenere attivi i servizi abitualmente garantiti alle pazienti oncologiche, in primis la consulenza d’immagine, nutrizionale e il supporto psicologico che – soprattutto quest’ultimo – durante il periodo di chiusura forzata nelle abitazioni, è stato particolarmente richiesto.

Grazie alla fattiva collaborazione, la Regione Toscana ha inoltre sostenuto altre delle attività che Voglia di Vivere assicura nella promozione e tutela della salute: in particolare facciamo riferimento ai progetti “Nastro verde: convivere con il cancro” , dedicato alle donne con cancro metastatico, e “A tavola per prevenire, per guarire, per integrare”, finalizzato sia a promuovere stili di vita salutari, sia a dare indicazioni utili a contenere quanto più possibile i fastidi provocati dalle cure oncologiche.

Di seguito, seguendo l’ordine cronologico, il riepilogo dei contributi erogati dalla Regione Toscana a Voglia di Vivere:

  • 24 aprile € 4.032,00 liquidazione anticipo per progetto “A tavola per prevenire, per guarire, per integrare” – mandato 21024-1-2020
  • 8 luglio € 896,00 saldo progetto “Nastro verde: convivere con il cancro” – mandato 43320-1-2020
  • 25 settembre € 11.812,00 D.D. 13890-2020 contributo Covid-19 – mandato 61686-26-2020

L’Insieme dei 5 perché

Abbiamo presentato “Insieme per l’oncologia” approfondendo in alcuni articoli gli aspetti salienti del corso. Per maggiore chiarezza offriamo di seguito un riepilogo delle argomentazioni principali, così che possiate avere una panoramica completa sulle “5 W” del corso. Quindi:

Interessante, vero?

La casa di Natale

Voglia di Vivere dà molto alla comunità, ma dalla comunità viene affettuosamente ricambiata: gesti di solidarietà ci fanno capire che quanto facciamo è apprezzato, e ricevere il sostegno della tifoseria che ci segue è l’incentivo migliore per impegnarci a fare sempre meglio. È come… avete presente la classica pacca sulla spalla, quel gesto che simpaticamente ti dice “Condivido quello che fai, e lo sostengo”? Ecco, le vostre pacche sulle spalle dell’Associazione arrivano sempre gradite, sia che si manifestino in forma morale e anche materiale: perché le spese vanno pagate!

E se ai Natali precedenti siete accorsi a scegliere i doni per i vostri cari ai mercatini organizzati con i bellissimi oggetti creati dalle volontarie, quest’anno – in cui il Natale è senza dubbio… insolito? – con una donazione possiamo comunque accompagnare il tempo che verrà per le tante pazienti che si avvalgono delle attività di supporto loro dedicate. E non solo a loro!

Per ringraziarvi abbiamo pensato a un augurio speciale, che sostituirà i piccoli e grandi lavori delle volontarie, una cartolina speciale da recapitarvi e che ci permetterà di entrare nelle vostre case, e in quelle dei vostri cari, per un gesto di affettuosa condivisione dello spirito natalizio: il Sol invictus, colui che non è sconfitto e che porta nuova Luce fra le tenebre della paura. Illuminiamoci a vicenda.

COME DONARE

Elisa ringrazia

Siamo qui per dirvi grazie, prima di ogni altra cosa. Un grazie immenso come la generosità che avete manifestato sostenendo gli intenti di Progetto Elisa con le vostre donazioni, una comunione di sentimenti e scopi in cui cuore e mente si trovano in accordo. Ma, oltra a ringraziare per la fiducia e il sostegno, riteniamo doveroso rendervi parteci delle scelte più recenti prese dalla Commissione del Progetto, di cui anche la mamma di Elisa fa parte.

Intanto, ha ritenuto di poter derogare a un punto del regolamento, quello in cui si afferma che “Il progetto è rivolto alle donne di età inferiore a 45 anni, ammalate di cancro alla mammella”: infatti, è stato considerato che ove ci sia una famiglia che lotta per salvare la vita a un figlio, è lì che un gesto di sostegno concreto debba manifestarsi. Per questo, ha provveduto a versare una somma in favore di una bambina che abita in Candeglia, e che insieme ai suoi cari ce la sta mettendo tutta per essere più aggressiva della patologia che vuole toglierla alla sua famiglia.

Pensiamo con questo di aver dato un primo senso concreto alla vostra fiducia. Ma non ci siamo fermate qui: stiamo definendo un’altra donazione importante, che siamo sicure condividerete… presto ve la racconteremo!

I docenti

A tenere le lezioni del corso “Insieme per l’oncologia” sono stati chiamati personaggi altamente qualificati fra medici, psicologi, rappresentanti del volontariato.

Per permettervi di conoscerli meglio prima del corso, a ciascuno di loro abbiamo posto tre domande:

  1. Quale aspetto della sua professione ritiene particolarmente idoneo per trasmettere al volontario le competenze oggi deve avere?
  2. Cosa principalmente si aspetta di trasferire ai volontari attraverso questo corso “Insieme per l’oncologia”?
  3. Le chiediamo di definire il volontariato in tre parole: quali e perché, secondo lei, sono le più appropriate.

Siete curiosi di sapere cosa hanno risposto? Clicca sui nomi e lo saprai!

altri… torna a trovarci, ma intanto puoi scaricare il programma completo!

Cosa c’è in programma?

Il programma del corso “Insieme per l’oncologia” è molto articolato, tocca vari punti essenziali a raggiungere lo scopo formativo prefissato, ovvero di far sì che chiunque decida di donare un po’ del proprio tempo agli altri, possa farlo con competenza. Al volontariato, quindi, è posta la massima attenzione affinché il volontario possa, a sua volta, dare il meglio di sé durante le sue attività di servizio. Questo il piano di lavoro dei primi 5 giorni di lezione:

  1. Perché il volontariato in oncologia?
  2. Il volontario tra psiche e soma
  3. Il Servizio Sanitario Nazionale, il Servizio Assistenza Sociale e i Servizi socio-sanitari integrati
  4. La patologia oncologica nell’adulto e nel bambino. Cosa deve sapere il volontario
  5. La relazione: aspetti spirituali ed etici

Tradotto in termini pratici, il primo incontro si occuperà di approfondire il ruolo del volontario in oncologia nei diversi contesti di attività, dalla promozione della salute alla prevenzione, al trasporto e all’accoglienza, portando anche l’attenzione sugli aspetti motivazionali e sui bisogni che orientano la scelta, e sui rapporti con l’utente.

Con il secondo incontro gli aspiranti volontari saranno formati, all’interno di un’ottica di integrazione fra psiche e soma, sugli aspetti psicologici e fisici, comprese le urgenze, della malattia oncologica nell’adulto e nel bambino, con riguardo particolare a quelli che sono i loro compiti.

Il terzo è finalizzato a fornire una visione sull’organizzazione del sistema di cura, dalla presa in carico ai follow up, nell’ottica di integrazione dei servizi socio-sanitari e di riflessione sul ruolo e sulle prospettive future del volontariato all’interno della rete dei servizi.

Con il quarto è previsto un approfondimento sul tema delle modalità di comunicazione e di ascolto che potranno aiutare il volontario nella relazione col paziente – adulto o minore – e la sua famiglia.

Il quinto incontro si occuperà degli aspetti spirituali e dei problemi etici collegati all’assistenza del malato oncologico, con particolare attenzione alle fasi della malattia avanzata e del fine vita.

Intanto puoi scaricare il programma completo, ti ricordiamo che il corso proseguirà con un incontro distaccato, organizzato individualmente dalle associazioni coinvolte nel progetto, così da poter dare approfondimento specifico sulle necessità legate alle realtà del proprio territorio.

Se gli argomenti trattati sono importanti, non da meno lo sono le modalità con cui si affrontano e, quindi, le competenze dei docenti chiamati a tenere le lezioni. Vuoi sapere chi sono?

Chipa di casa mia

Ogni anno ricevo dalla mia famiglia un pacco pieno di calore. È un pacco che apro tenendo gli occhi chiusi, perché so già che contiene il profumo del mio Paese, della tradizione in cui sono cresciuta e che mi è tanto cara. Infatti, quel pacco mi porta molto di più che un cibo tipico – le chipas – lui racconta la nostra storia che si svolge in un particolare periodo dell’anno, quando insieme ci troviamo per prepararlo.

La chipa è infatti un pane preparato dall’intera famiglia durante la Settimana Santa, una tradizione molto sentita: il mercoledì ci ritroviamo insieme, grandi e piccini, e ciascuno fa la sua parte per impastare, dare forma e poi infornare le chipas nel tatakua (il tipico forno in terracotta) da cui usciranno le fragranti pagnotte che la famiglia consumerà fino alla domenica di Pasqua. È anche usanza del venerdì, giorno del digiuno, mangiare solo le chipas inzuppate in un infuso preparato con le foglie essiccate del mate, una pianta molto diffusa dalle nostre parti.

Ecco perché il pacco con le chipas che arrivano dalla mia famiglia mi è tanto caro, mi porta coi ricordi insieme a loro, in quella settimana santa e speciale per la tradizione.

La ricetta

INGREDIENTI – per circa 15-20 chipas (dipende dalla forma che diamo)

  • 1 kg farina di mais
  • 1 kg farina di manioca
  • 6 uova
  • anice (qb, a gusto personale)
  • un cucchiaino scarso di sale
  • 250 gr di burro
  • latte (quantità via via necessaria per dare all’impasto una consistenza morbida, tipo quella della pizza)

PROCEDIMENTO

Mettere le due farine in un recipiente piuttosto grande, insieme a sale e anice: usiamo per l’anice un piccolo trucco, lo strusciamo un po’ fra le mani prima di aggiungerlo alle farine, così si scalda quel tanto che basta per farlo essere più profumato.

Sbattere le uova con il burro, in modo da formare una sorta di crema che aggiungeremo alle farine, poi iniziamo a mescolare: a questo punto iniziamo a incorporare il latte, poco alla volta, fin quando la pasta prende una consistenza morbida (come indicato sopra).

Dalla pasta così ottenuta si prendono dei pezzetti, e si dà loro l’aspetto che preferiamo: pagnotte semplici oppure forme come cerchi, animaletti, trecce, fiori… a fantasia. I bambini saranno i più felici di questo bel gioco!

Il seme del volontariato

In tempo di pandemia il valore del volontariato si è manifestato in tutta la sua grandezza: la generosità di molte persone si è espressa attraverso tante formule, tutte accomunate dalla voglia di fare e dare qualcosa per la comunità. Una scelta spesso dettata più dal cuore che dalla ragione, dal desiderio di esprimere il senso di appartenenza e di condivisione attraverso gesti di solidarietà che confluiscono in azioni condivise.

Quando lo slancio si perfeziona con la competenza che si richiede per svolgere al meglio il proprio ruolo di volontario, ecco che i risultati possono essere molto appaganti, e la generosità diventa un boomerang che torna, moltiplicata, in gesti di affetto. Gesti che aiutano a definire il volontariato per ciò che è, ovvero… volontari si è, nel profondo del proprio io, e il volontariato si fa dando a questa spinta la competenza che deve avere.

In questa chiave di lettura si colloca il corso Insieme per l’oncologia, nell’ottica di offrire ai volontari – o agli aspiranti volontari – gli strumenti più idonei a gratificare con la preparazione il desiderio di donare il proprio tempo: un seme che, se piantato con amore, germoglia rigoglioso spargendo nuovi semi di buono intorno a sé.

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I partner: Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze

Gli istituti come le fondazioni gestiscono di solito patrimoni ingenti, con la finalità di trarne la maggiore utilità possibile per la comunità. Con gli occhi bene aperti sul mondo, assolvono al loro compito selezionando progetti e proposte che arrivano a vario titolo dalla società civile, sostenendo attivamente quelli considerati più meritevoli, in quanto complessivamente più rilevanti sotto un profilo sociale.

In questo senso rappresentano un sostegno importante per l’associazionismo, compreso il nostro, che accoglie la buona volontà di persone che desiderano dedicare un po’ del loro tempo agli altri con il volontariato. Il nostro è un mondo che quando si incontra con quello di enti che si preoccupano di sostenerlo, vede l’occasione di generare nuova linfa da far scorrere nei molteplici rami della solidarietà.

Il progetto “Insieme per l’oncologia” nasce proprio da un’opportunità offerta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. Tenendo gli occhi sul mondo – come dicevamo prima – l’istituto fiorentino si sta muovendo nella direzione di valorizzare in maniera concreta il ruolo del terzo settore, di cui le associazione di volontariato rappresentano una parte consistente, e che grazie alla filosofia sposata da FCRF trova applicazione proprio nel progetto del pool delle nostre associazioni che si sono unite per proporre, rivolgendosi ai volontari – già in attivo ma anche ai nuovi che vorranno unirsi a loro – per fornire loro gli strumenti che l’impegno nel terzo settore richiede: adeguata competenza, che diventa professionalità nel sostenere ogni paziente nel rispetto delle sue aspettative di cura.

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