Sostenersi per sostenere

Ottobre è sempre un mese pieno di attività per Voglia di Vivere e, quest’anno, accanto al consueto appuntamento con la Camminata in Città, è stato organizzata una nuova iniziativa dedicata a sostenere le donne che hanno già incontrato la malattia.

Nell’occasione si sono confrontati i diversi specialisti che hanno partecipato al Progetto “Nastro Verde: convivere con il cancro” realizzato dall’Associazione con il contributo della Regione Toscana e del Ministero delle Politiche Sociali e, per il quale, nel corso del 2019 sono stati organizzati e, sono tutt’ora in corso iniziative, rivolte alle donne con tumore al seno metastatico.

Come Servizio di Psicologia, l’intervento che è stato portato, è stato una riflessione sui cambiamenti nelle relazioni affettive che coinvolgono sia i partner che i figli delle donne con tumore al seno.

Il tumore arriva su tutta la famiglia, come uno Tsunami e, spesso, i caregiver non si sentono in diritto di poter esprimere le proprie emozioni.

Da una ricerca della Società Italiana di Psico Oncologia (S.I.P.O.) ed Europa Donna emerge che i caregiver hanno dei livelli di preoccupazione e paura più alti delle donne stesse. Nella coppia, poi, possono esser alzate delle barriere come tentativo di autodifesa che hanno, però, poi, la funzione di allontanare e isolare ognuno nel proprio vissuto.

I vissuti diventano ancora più marcati se la donna che riceve la diagnosi è anche madre. All’impatto, uno dei primi pensieri è quello di proteggere i propri figli da una notizia così carica di angoscia che appare ingestibile anche per se stessa.

Un atteggiamento di silenziosa protezione si contrappone all’impossibilità di nascondere la malattia, le cure e la prognosi. Sebbene la comunicazione all’interno della famiglia subisca dei cambiamenti, è sempre utile riflettere sulle risorse della famiglia stessa e di ogni suo singolo membro: ognuno ha la sua specifica tollerabilità alla verità e la sua reazione per affrontare le emozioni.

L’aspetto che appare fondamentale è la possibilità di non percepirsi soli ma il far parte di una rete che va dal nucleo familiare più ristretto alla comunità più ampia.

L’attenzione delle donne con tumore al seno metastatico è rivolta agli importanti cambiamenti estetici e psicologici che interessano il proprio corpo che, se solitamente, viene percepito come un rifugio, poi, può trasformarsi in un qualcosa di estraneo e minaccioso. Accanto alla percezione di un cambiamento della propria immagine corporea dovuta allo stadio di malattia, alle terapie, alla fatigue e alla perdita di energia, c’è anche il dolore fisico con conseguenti limitazioni nelle autonomie.

Aiutare i caregiver ad esprimere i propri vissuti ed affrontare le problematiche che si possono presentare nel quotidiano, significa aiutare tutto il sistema familiare.

Sostenere la speranza, favorire la condivisione emotiva, la complicità e l’intimità della vita quotidiana ha il senso determinante di dare continuità e stabilità.

Claudia Bonari

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