La casa di Natale

Voglia di Vivere dà molto alla comunità, ma dalla comunità viene affettuosamente ricambiata: gesti di solidarietà ci fanno capire che quanto facciamo è apprezzato, e ricevere il sostegno della tifoseria che ci segue è l’incentivo migliore per impegnarci a fare sempre meglio. È come… avete presente la classica pacca sulla spalla, quel gesto che simpaticamente ti dice “Condivido quello che fai, e lo sostengo”? Ecco, le vostre pacche sulle spalle dell’Associazione arrivano sempre gradite, sia che si manifestino in forma morale e anche materiale: perché le spese vanno pagate!

E se ai Natali precedenti siete accorsi a scegliere i doni per i vostri cari ai mercatini organizzati con i bellissimi oggetti creati dalle volontarie, quest’anno – in cui il Natale è senza dubbio… insolito? – con una donazione possiamo comunque accompagnare il tempo che verrà per le tante pazienti che si avvalgono delle attività di supporto loro dedicate. E non solo a loro!

Per ringraziarvi abbiamo pensato a un augurio speciale, che sostituirà i piccoli e grandi lavori delle volontarie, una cartolina speciale da recapitarvi e che ci permetterà di entrare nelle vostre case, e in quelle dei vostri cari, per un gesto di affettuosa condivisione dello spirito natalizio: il Sol invictus, colui che non è sconfitto e che porta nuova Luce fra le tenebre della paura. Illuminiamoci a vicenda.

COME DONARE

Elisa ringrazia

Siamo qui per dirvi grazie, prima di ogni altra cosa. Un grazie immenso come la generosità che avete manifestato sostenendo gli intenti di Progetto Elisa con le vostre donazioni, una comunione di sentimenti e scopi in cui cuore e mente si trovano in accordo. Ma, oltra a ringraziare per la fiducia e il sostegno, riteniamo doveroso rendervi parteci delle scelte più recenti prese dalla Commissione del Progetto, di cui anche la mamma di Elisa fa parte.

Intanto, ha ritenuto di poter derogare a un punto del regolamento, quello in cui si afferma che “Il progetto è rivolto alle donne di età inferiore a 45 anni, ammalate di cancro alla mammella”: infatti, è stato considerato che ove ci sia una famiglia che lotta per salvare la vita a un figlio, è lì che un gesto di sostegno concreto debba manifestarsi. Per questo, ha provveduto a versare una somma in favore di una bambina che abita in Candeglia, e che insieme ai suoi cari ce la sta mettendo tutta per essere più aggressiva della patologia che vuole toglierla alla sua famiglia.

Pensiamo con questo di aver dato un primo senso concreto alla vostra fiducia. Ma non ci siamo fermate qui: stiamo definendo un’altra donazione importante, che siamo sicure condividerete… presto ve la racconteremo!

Come se mi offriste una rosa

Il 3 novembre è una data importante… è il mio compleanno, e va festeggiato!

33 anni fa nascevo, portando con me un carico di gioia che per tanti anni ho condiviso con la mia famiglia, e anche con tutto ciò che di caro ho incontrato lungo il cammino della vita, accogliendo ogni esperienza come un dono prezioso. Sì, posso proprio dire che mi sono dedicata con passione a vivere, assaporandone ogni attimo con il gusto intenso di chi prova piacere nello scoprire la magica bellezza che il mondo sa riservare a chi ama la Vita. Oggi mi chiedo se tanta vitalità mi sia stata concessa nel rispetto del principio del contrappasso, nel senso migliore, s’intente: voglio dire… probabilmente da Lassù mi avevano destinato poco tempo da trascorrere sulla Terra, quindi hanno fatto in modo che la mia presenza fosse comunque intensa, se non per quantità di tempo, almeno per qualità.

Dallo splendido spazio di Cielo in cui vivo adesso, mi compiaccio nel vedere come il ricordo che ho lasciato rispecchi così bene il mio essere: molto lo devo ai miei genitori, che ogni anno organizzano per il mio compleanno una bella cena, dove invitano tante persone che portano in dono la loro generosità, piccole e grandi somme (quello che ciascuno può) che unite al ricavato della cena vanno ad alimentare il fondo disponibile al Progetto Elisa. Sì, un progetto che porta proprio il mio nome e che mi è molto caro, perché grazie a questo i miei genitori, insieme a Voglia di Vivere, hanno realizzato un desiderio che io non ho avuto il tempo di rendere concreto.

Quest’anno il Covid-19 non ci permetterà di trovarci a tavola insieme per il mio compleanno, ma virus o no (anzi, forse adesso ancora di più) le giovani pazienti oncologiche hanno bisogno di essere sostenute, e ciascuno di voi può contribuire a renderlo possibile.

Fate come se… mi offriste una rosa, fatemi sentire come un petalo profumato, portato dal vento dove ci sia una vita da sostenere.

Ringrazio chiunque voglia ricordami così, Elisa

  • per saperne di più sul Progetto Elisa

  • per donare la tua rosa a Elisa, IBAN IT72 C076 0113 8000 0104 4130 738

Cena d’estate

Occasione piacevole alla quale Voglia di Vivere ci ha abituati, sono i momenti conviviali che richiamano intorno alla tavola un bel numero di persone. Sarà perché, è risaputo, a tavola non si invecchia oppure per la gustosità dei cibi, semplici ma preparati con accurata attenzione e conditi con la simpatia, fatto sta che sono sempre di più coloro che rispondono con entusiasmo all’invito che l’associazione rivolge ai cittadini. Sarà, forse, che c’è anche un qualcosa in più a rendere questi incontri davvero speciali?

Alla tavola di Voglia di Vivere, infatti, convivialità fa rima con solidarietà, visto che il ricavato della cena (ma il discorso vale per ogni altra iniziativa, come per esempio la Camminata in città), serve a finanziare i servizi che l’associazione assicura ai pazienti oncologici.

Perciò, venerdì 19 luglio vedete di essere liberi (se non lo siete, liberatevi!) perché c’è la Cena d’estate: e guardate anche di portare tanti amici! Il menù? Appetitosissimo… da compleanno, quello per i 30 anni della Associazione (leggi la presentazione Voglia di Vivere):

  • antipasto misto
  • maccheroni alla Voglia di Vivere
  • arrosto misto con patate e insalata
  • una dolce sorpresa

E poi acqua e vino a volontà e tanta musica, perché il buonumore è la prima medicina per la buona salute, oltre al piacere di aver fatto un gesto generoso, rivolto a qualcuno che non conosciamo ma che certamente ne ha bisogno.

Perciò, prendete nota che:

  • la cena è organizzata al Circolo ARCI di Ponte alle Tavole (via Gora e Barbatole 209, tel. 0573 401216)
  • le prenotazioni saranno chiuse martedì 16 luglio, quindi chiamate presto al numero 0573 364345 per non perdere la serata
  • è prevista una donazione minima di € 20,00 a persona

ARRIVEDERCI A TAVOLA!

 

La piramide del caffè

Sin dalle prime righe ti prende, perché sa di cose buone, di quelle cose genuine che appartengono al passato e che nel quotidiano oggi raramente si trovano. Ma La piramide del caffè le ripropone, ne è permeato nonostante sia ambientato ai giorni nostri: è talmente saturo di buono, da far passare in secondo piano anche il gusto del caffè, quando questo diventa “meno buono” – anche se soltanto metaforicamente – nella grande città.

Protagonista è Imi, ragazzo ungherese cresciuto in un orfanotrofio con il gran sogno di trasferirsi a Londra, non appena gli fosse stato possibile. Sogno che realizza al compimento della maggiore età, quando parte per la sua avventura, mantenendo però un costante legame con il suo mondo fatto di piccole, ma significanti cose. La breve esperienza che Imi vivrà a Londra, impreziosita dalla presenza di personaggi centrali nella sua vicenda, è di quelle a lieto fine, come ci piacerebbe che potesse più spesso accadere nella realtà. Ma l’insegnamento che si trae dalla sua lettura va oltre la singola storia personale.

Il libro si sviluppa in un crescendo di concretezza e di appassionato coinvolgimento che introduce alla partecipazione empatica del piccolo mondo altrui, splendidamente magnificata nella descrizione della battaglia interiore con cui Margaret, personaggio chiave nel racconto, decide di aiutare Imi.

Di non minore impatto, però, è il rapporto con “la sua famiglia”, i compagni del collegio in cui è cresciuto, che prende le sembianze di una solidarietà dalla quale attingere e donare forza. Proprio come avviene in una realtà associativa di volontariato: siamo insieme, per dare e per crescere.

Quello di Imi è un piccolo mondo il cui il lettore si trova trascinato con una riflessione introspettiva grazie alla quale – se lo vuole! – gli è offerta l’opportunità di prendere consapevolezza che una vita non è mai disgiunta dalle altre, che ciascuno ha le proprie responsabilità, compresa quella di decidere che i problemi altrui non lo riguardino. Ma, se siete persone che non si accontentano delle apparenze, questo libro vi darà un motivo in più per decidere di partecipare alla vita, esaltandola con qualcosa che vi distingua, valorizzando la vostra unicità. È veramente un bel romanzo, sentito, appassionato, genuino: del genere che ti riconcilia con il mondo perché riesce a farti vedere che c’è ancora del buono su cui poter contare.

Alessandra Chirimischi

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attivo presso la nostra associazione.

Intanto, ti informiamo che questo libro è già disponibile nel circuito REDOP