Salve, e salute!

Morbide, soffici, vellutate, foglie dal color verde tenuo con la Primavera iniziano a protendersi verso il cielo, mentre il loro profumo inebria l’aria a ogni alito di vento leggero… che meravigliosa sensazione di benessere!

Ci saluta così la salvia, e noi ricambiamo con altrettanta enfasi perché la salvia è una pianta sinonimo di salute, a cominciare dal fatto che il suo nome deriva dal latino “salus” – salute appunto – poi anche per le tante proprietà benefiche che le sono riconosciute. Delle diverse specie in cui è possibile trovarla, la più comune è la salvia officinale, detta anche tè di Grecia o erba sacra: cresce in tutte le terre mediterranee, fino agli 800 metri di altitudine, e può essere senza problemi coltivata in ogni orto o anche in un vaso in terrazza… sempre che l’aria che respira non sia troppo inquinata dal traffico o da altre fonti di contaminazione. 

Accudirla è un piacere, averla a portata di mano è un vero toccasana, non solo per il sapore che sa dare alle pietanze – soprattutto alle carni – ma anche per gli usi alternativi che possiamo farne a beneficio della nostra salute, a patto che… non si soffra di ipertensione: è un forte stimolante, che attiva la circolazione del sangue, mentre per le sue proprietà astringenti la salvia è un tonificante che agevola le funzioni di stomaco e intestino, ma è allo stesso tempo anche un ottimo regolatore della diuresi e potente antisettico. Quest’ultimo è arrivato sino a noi con storie talvolta leggendarie, come quella dei quattro ladroni di Marsiglia che – riparati da un unguento a base di aceto, nel quale erano state macerate foglie di salvia e un po’ di timo, lavanda, rosmarino e aglio – se ne andavano a saccheggiare le città appestate restando immuni dal contagio. Senza dover arrivare a tanto, però, la salvia è di grande aiuto anche per l’uso esterno al corpo, per la cicatrizzazione delle ferite, o per le proprietà anti infiammatorie: qualche foglia bollita in un po’ di acqua diventa un ottimo collutorio per gargarismi e sciacqui rinfrescanti.

Alessandra Chirimischi