A bottega dal Maestro di Cazzeggio

Si fa presto a dire “cazzeggio”, ma mica penserete di poterlo fare così, senza alcun criterio o logica: un cazzeggio degno di esser tale – quello serio – va fatto con tutti i crismi, che diamine! Perciò, come ogni altra attività che si rispetti, richiede adeguato periodo di apprendistato, pur riconoscendo che taluni siano naturalmente predisposti a farlo mentre altri no: in ogni caso, l’arte va sempre affinata per renderla protesa a divenir perfetta…

Come avrete notato – se ci frequentate abitualmente – il modo in cui ci esprimiamo è inconsueto rispetto al solito, ma dopo aver letto il libro “A bottega dal Maestro di Cazzeggio” e aver fatto tesoro dei suoi insegnamenti, non potevamo esimerci dal giocare un po’ con le parole! Avete già capito che questo libro ci è piaciuto molto, vero? E ci è piaciuto non solo perché, in quanto libro, rappresenta di per sé un viatico a star bene, ma anche per la piacevole ironia con la quale è scritto, che diventa il naturale viatico alla via del cazzeggio fatto come… gli dei, nessuno escluso, comandano! E se l’umore è buono, è cosa nota, stiamo proprio meglio.

A istruire sul grande gioco del cazzeggio è Massimo Tallone, personaggio che conosce così bene le parole da poter giocare con loro, fornendo simpaticamente ai neofiti le nozioni iniziatiche, e perfezionando i più esperti verso la sublimazione dello stare piacevolmente insieme agli altri. Il libro è strutturato in 32 lezioni, con le istruzioni basilari: come fare per ottenere i risultati migliori (a cominciare dalla scelta di vino più adatto ad accompagnare ogni occasione), ma anche come “sgamare” un cazzeggiatore fasullo che, manchevole dei requisiti necessari a partecipare al gioco, rovinerebbe di sicuro l’atmosfera.

È un vero e proprio manuale per sopravvivere con successo nella nostra società malata, è una via di fuga dalle tensioni, e se a suo tempo avete apprezzato il “Manuale delle Giovani Marmotte”, sarete oggi facilitati nell’apprezzare – traendone gli opportuni benefici – le lezioni di Massimo Tallone. Esilarante!

Alessandra Chirimischi

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L'amore che mi resta Voglia di Vivere

Recensione L’amore che mi resta

Michela Marzano scrive un commovente romanzo sulla maternità, sull’adozione e la genitorialità. Un viaggio nel dolore assoluto, con le parole esatte per nominarlo, una narrazione che ti toglie il respiro, ti porta all’inferno e poi finalmente a rivedere la luce, alla scoperta della verità.

L’autrice: Michela Marzano ( Roma 20 Agosto 1970) filosofa, docente all’ Università di Parigi V. René Descartes ha diretto il dipartimento di scienze sociali della Sorbona. Autrice di numerosi saggi di filosofia morale e politica ha vinto nel 2014, il premio letterario Bancarella con il volume L’ amore è tutto. È tutto ciò che so dell’ amore edito da UTET.

Trama: La sera in cui Giada si ammazza, Daria precipita in una sofferenza che ” coltiva” con dedizione religiosa perché è tutto ciò che le resta della figlia adottiva. Una sofferenza, che la letteratura non deve aver paura di affrontare e che ci porta, pagina dopo pagina, a seguire Daria nel suo buio dove, neanche il marito ed il figlio riescono ad aiutarla. Ricominciare a vivere, per Daria, significa quasi un sacrilegio davanti allo” scandalo” di una perdita così devastante. La sua era una famiglia perfetta: due figli splendidi, un marito, Andrea, insegnante universitario, con il pallino delle parole che, essendo importanti non vanno sprecate. Poi, il suicidio di Giada e tutto diventa buio. Daria, vuole solo ripercorrere il passato barricandosi dietro i ricordi di quando non riusciva ad avere bambini, del momento in cui aveva adottato Giada ed il mondo le pareva essersi aggiustato. E poi, inaspettatamente un figlio naturale, le gelosie, la verità sull’adozione di Giada, i ricordi della maternità, dell’ amore che cura tutte le ferite ma anche dei vuoti, dei dubbi, di una parte di Giada mancante.

Recensione: Un libro intenso, una storia raccontata da una madre trincerata nel suo dolore con flashback improvvisi ed emotivamente potenti. Un viaggio nel dolore ed allo stesso tempo nei bisogni di tutti noi, il desiderio di essere accolti, il nostro insaziabile bisogno di essere amati, perchè senza amore si è morti ,ancor prima di morire.

Michela Marzano, L’amore che mi resta, Einaudi 2017

Via Ripetta 155 Voglia di Vivere

Recensione Via Ripetta 155

Via Ripetta 155, libro finalista  Premio Strega 2017

Autrice: Clara Sereni, scrittrice, traduttrice, giornalista e altro ancora nel mondo della disabilità psichica e mentale. E’ stata presidente della associazione “La Città del Sole”. Nasce a Roma nel 1946, suo padre è un importante dirigente del P.C. di Roma, ma desidera indipendenza e si avvicina alla estrema sinistra ,intuisce il nuovo e vi si butta a capofitto. Va a vivere da sola, in via Ripetta 155 appunto. Vive in libertà, legge testi di avanguardia e vede film impegnati politicamente che alimentano intere nottate a discutere con il suo gruppo per cercare di capire cosa succede in Italia e nel mondo. Attualmente vive a Perugina e dirige la collana”le farfalle”.

Trama: Il libro è di genere autobiografico . L’autrice racconta la sua vita tra il 1968 e 1977, più precisamente come è stato per lei vivere da sola, in quegli anni di rinnovamento, libertà, ricerca di giustizia e ribellione verso una generazione che ormai aveva fatto il suo tempo. Una donna di 20 anni disorientata dai venti di cambiamento. Combatte la solitudine, le difficoltà e vive i tragici eventi politici di quegli anni con una forte partecipazione personale che le riconosco come caratteristica identitaria che sicuramente ancora la caratterizza. Una donna che ha vissuto il suo tempo e lo ricorda a chi come lei si è impegnata e lo racconta a chi come me non è riuscita a coglierlo e a capirlo spostando di qualche decennio la consapevolezza sociale e civica.

Analisi:  L’autrice ha pubblicato il libro nel 2015 e racconta i fatti del decennio 1968-1977. certamente trovandosi in un momento significativo della propria vita può riflettere con calma su quello che ha vissuto da giovane. Io aggiungerei però che altri autori (Francesco Piccolo, Romano Lucherini….) hanno pubblicato libri relativi a quel decennio solo dopo il 2000. Probabilmente quella generazione così impegnata si è sentita delusa dalla escalation della violenza di quegli anni e non si è identificata nella contestazione sanguinaria tra gruppi politici opposti. Il desiderio di raccontare episodi della propria vita fa sì che ne scaturisca una storia che ha sapore di verità e di informazione. Leggere questo libro significa, secondo me, confrontare le nostre esperienze di quel periodo con esempi di vita vissuta che arricchiscono e fanno riflettere. Il lessico è colloquiale, ma il costrutto e la punteggiatura sono più simili al linguaggio parlato che scritto.

Giudizio: L’argomento richiede spiccati curiosità e interesse riguardo agli anni 1968-1977. E’utile leggerlo per un confronto se, come me , si è contemporanei dell’autrice, e’ importante per le generazioni di oggi conoscere momenti della vita italiana che ha poi prodotto questa nostra Italia contemporanea ( considerando che i fatti storici studiati in quinta superione al massimo arrivano alla guerra fredda tra Comunismo e Capitalismo).
Mariangela