Laudiamo Maria

Nonostante l’imperversare della pandemia, da quando l’incubo Covid ha iniziato a spargere dolore intorno a sé, comportando disagi vitali anche a persone che necessitavano di interventi urgenti per le loro patologie oncologiche, nella nostra città abbiamo potuto contare sulla volontà del personale sanitario che ha saputo anteporre il giuramento a Ippocrate alle proprie esigenze. In primis, mettersi nei panni del paziente, delle sue aspettative, delle sue paure.

Il Prof. Umberto Veronesi, a questo riguardo, ha sempre affermato che la medicina fosse prima di tutto umanizzazione della cura, «Per curare qualcuno bisogna sapere chi è, che cosa pensa, che progetti ha, per cosa gioisce e per cosa soffre. È importante che chi sta male e ha paura sappia che il medico la vede come una donna e non come un utero, un seno o un polmone», riconoscendo la pienezza del rapporto sanitario-paziente.

Un ruolo molto speciale, nel mantenere pulsante il cuore della Breast Unit, va alle infermiere, coordinate dalla D.ssa Monica Chiti responsabile della Direzione infermieristica al San Jacopo, che qui vediamo – in occasione dell’Abbraccio al Parterre – insieme a Mariella Margelli, Caposala al Day Hospital oncologico, e Angelica De Luca, infermiera assegnata proprio alla Breast.

Allo scopo di mantenere l’attenzione sulla consistenza di questo messaggio, Europa Donna invita le pazienti a segnalare il medico che maggiormente risponde al profilo indicato dal Prof. Veronesi: dal 1° al 31 ottobre, possono esprimere la loro preferenza per il proprio Laudato medico (si possono indicare 4 diverse preferenze, una per ciascuna specialità sanitaria), riconoscendone sia le qualità mediche come quelle umane.

Voglia di Vivere ha scelto di segnalare il nome della D.ssa Maria Sciamannini, direttrice della unità di chirurgia senologica al San Jacopo di Pistoia e responsabile della Breast Unit locale. Una scelta dettata per riconoscerne le eccellenti qualità come chirurgo, e anche per darle il giusto merito di essersi presa cura delle pazienti senza mai tirarsi indietro e senza mai perdere il senso della umana attenzione che queste si aspettavano da lei. Nonostante il Covid, il numero di donne operate da lei nel 2020 ha superato quello dell’anno precedente perché, come più volte l’abbiamo sentita affermare «Non puoi negare l’intervento a una donna che ti implora di operarla, perché vuole avere una chance di vittoria sul cancro.»

Voglia di Vivere, in questa posizione, ritrova lo spirito che ha ispirato il Laudato Medico a Europa Donna: perciò sosterrà, e invita a sostenere, la candidatura della nostra Maria Sciamannini. Senza trascurare, poi, che questo riconoscimento va oltre l’aspetto individuale, perché contribuisce a portare la giusta attenzione verso la Breast Unit nella quale lavora, insieme a uno staff di personale sanitario altamente qualificato, un’eccellenza di cui il San Jacopo può essere fiero, cui le pazienti possono affidarsi con totale fiducia. Una fiducia fatta non soltanto di parole ma che si tocca, anche presenziando alle attività organizzate da Voglia di Vivere, come l’Abbraccio al Parterre che ha aperto ufficialmente il mese della prevenzione.

Per votare è sufficiente cliccare qui e seguire le istruzioni: e poi… passaparola!

Maria Sciamannini, insieme a Marta Porta e Deanna Capecchi, alla Camminata in Città del 2018.

Fuori dal coro, ma soltanto un po’

Entrò nella mia stanza una fanciulla leggiadra, che salutandomi prima di tutto con lo sguardo – un visetto acqua e sapone rallegrato da un sorriso molto dolce e occhi vivacissimi, i capelli legati a coda di cavallo… decisamente rassicurante – poi si presentò: «Sono la Dottoressa Sciamannini, sono venuta a visitarla prima dell’intervento di domani. Sarò io a operarla». Restai di sasso: “Come! – pensai – Sarà questa bambina a operarmi?”. Ero terrorizzata! Il pensiero che una creatura apparentemente tanto fragile e inesperta la mattina successiva mi avrebbe aperto il torace per prendermi un polmone fra le mani, mi preoccupava non poco.

L’ho conosciuta così, Maria Sciamannini, e oggi ringrazio il Dottor Sandro Giannessi per averla voluta con sé in sala operatoria ad aggiustarmi “fuori dal coro”, ovvero non per curarmi le tette bensì i polmoni. Era arrivata al vecchio Ceppo con la specializzazione in chirurgia toracica, giusto in tempo per prendersi cura di me e condurmi verso la guarigione: in breve tempo mi fu chiaro che era una roccia, il medico che tutti vorrebbero perché ti afferra la mano con tenacia e non ti molla – se occorre, poi, ti fa pure qualche cazziatone, ma solo per il tuo bene! – fin quando non sei in grado di camminare nuovamente da sola.

Assecondando però le necessità del reparto – la chirurgia toracica a Pistoia non aveva molto seguito, mentre erano considerevoli i casi di cancro alla mammella – nonostante una famiglia di cui occuparsi (ha due bambine piccole), decise di convertire in questa direzione la propria manualità chirurgica: per parecchie settimane fece “la cartella” e la pendolare su Pisa, al reparto di chirurgia senologica, per apprendere quanto più le era possibile e portarne beneficio alle pazienti pistoiesi. Con l’avvento della pandemia si è nuovamente spesa affinché fossero garantiti gli interventi, e come una pallina in un flipper è corsa ovunque ci fosse disponibilità di sale: al San Jacopo – dove erano in parte usate come reparti Covid – e quindi Pescia, Prato e persino alcune strutture private con le quali l’Azienda aveva stabilito convenzioni.

Perciò non mi sono – e non ci siamo – stupita sapendo che è stata nominata Direttore della SOS Chirurgia Senologica San Jacopo, ruolo che peraltro ha già dimostrato di saper gestire egregiamente.

Non amo scrivere pubblicamente raccontandomi in prima persona – è poco professionale – ma sono certa che mi perdonerete per averlo fatto in questa occasione: mi capirete, soprattutto se siete state sue pazienti, anche se basta vederla una volta per apprezzarla. Chi frequenta Voglia di Vivere ha avuto modo di conoscerla da vicino (per esempio, la foto che la ritrae è stata scattata alla cena dello scorso 28 luglio), quindi anche senza dover essere “tagliuzzata” ne avrete apprezzato la semplicità con cui si pone in ogni situazione. Dal mio primo incontro con lei di tempo – per mia fortuna e anche grazie a lei! – ne è passato ormai parecchio, lei è cresciuta molto nella professione ma nel profondo è rimasta la ragazza acqua e sapone che sorrise luminosa venendo a visitarmi. Grazie Maria, buon lavoro!