Come aringhe sotto sale

C’è poco da fare: il mondo della moda emana un gran fascino. Che sia accessibile o che rappresenti un sogno da emulare, sempre attrae su di sé grande interesse, la curiosità di scoprire ciò che a breve accadrà, passando attraverso il filtro di colori, fantasie, accessori, atteggiamenti che senza sosta condizioneranno modi di vivere condivisi, stagione dopo stagione, lasciando comunque a ciascuno la scelta delle modalità più gli si addicono a personalizzarla, secondo sfumature personali.

Tutto inizia dal grande spettacolo che la moda rappresenta, quello da cui genera il sogno, quel desiderio di immaginarsi avvolti in abiti vissuti come compiacenti carezze che permettono alla fantasia di portarci in un mondo lontano dal comune vivere quotidiano, ma che quotidianamente può farci sentire meglio.

Adesso, però, è il momento di porci una domanda: può un libro evocare queste stesse emozioni? Per chi ama leggere la risposta è facile: come potrebbe non essere così! Un libro offre il mondo, in chi lo legge e in chi lo scrive.

Quindi… un libro può certamente evocare le emozioni della moda, se di questo mondo racconta: Paola e Paolo Mazzei, fratello e sorella registi di moda, hanno deciso di raccontare il loro con “Come aringhe sotto sale”, un libro che apre il sipario sul backstage (sapete che non amiamo gli inglesismi, ma qui ci stava bene!) della leggenda moda, quello che noi spettatori non possiamo vedere. Pubblicato da Romina Valentini Editore, il libro si presenta elegante, proprio come la moda che racconta, è un volumetto che una volta sistemato nella libreria, con il buon gusto della discrezione la valorizza: scorrendone le pagine, però, si scopre molto di più. Un volumetto discreto, appunto, senza troppe righe da leggere ma – a chi sa farlo – offre molto da leggere fra le righe.

In primis l’entusiasmo di chi ha lavorato con passione, come gli autori, a dimostrare che i risultati si ottengono dedicandosi costantemente a migliorare le proprie competenze. Aiuta a capire che dietro l’apparente frivolezza della moda – come, del resto, in ogni aspetto della vita – ci sono le persone, con i loro sentimenti. Dimostra che la professionalità non è un gioco, per quanto piacevole possa essere il proprio lavoro, bensì un impegno quotidiano che non concede spazio all’improvvisazione.

Ci sentiamo di suggerirne la lettura perché “Come aringhe sotto sale” pur non essendo un saggio di antropologia può essere interpretato come parafrasi di vita, raccontata con la simpatica schiettezza che contraddistingue gli autori; il sottotitolo, in questo senso, la dice lunga: “Racconto semiserio di due registi di moda”.