IO… CI PROTEGGO!

Gli esseri umani, pur sforzandosi di utilizzare la logica nell’analizzare tutte le cose, spesso si dimenticano che, in realtà, sono le emozioni che hanno un ruolo ancora più fondamentale e basico.

Il problema del Coronavirus, oggettivo, diventa una questione soggettiva in relazione al vissuto psicologico, alle emozioni e paure. La “percezione del rischio” può essere distorta e amplificata sino a portare a condizioni di panico che aumentano il rischio perché possano portare a comportamenti poco razionali.

La paura, di per sé, è un’emozione utile, mantenuta dall’evoluzione per prevenire e proteggere dai pericoli e poterli quindi evitare. E’ funzionale se proporzionata al pericolo ed invece quando non lo è provoca disagio: non siamo fatti per reggere a lungo situazioni di ansia e di stress. Le risposte più funzionali selezionate dall’evoluzione sono quella di attacco o di fuga ma hanno una valenza positiva sul breve periodo. Se mantenute, portano a una disregolazione emotiva, alla percezione di impotenza ed anche ad un abbassamento delle difese immunitarie dovute al permanere di una condizione di stress.

Quello che sta accadendo nel mondo e la modalità con cui alcune fonti riportano gli aggiornamenti sul COVID-19, può incrementare angoscia e la percezione di essere sommersi da un flusso ininterrotto di “allarmi ansiogeni”. E’ importante, pertanto, rivolgersi a fonti affidabili per informazioni di base sufficienti ad adottare comportamenti adeguati.

Un atteggiamento psicologico valido può aiutare non solo chi lo attua ma anche gli altri, innescando un circuito virtuoso, e aumentando il “quoziente di resilienza” dei singoli, della famiglia, della comunità.

Claudia Bonari

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