Voglia di Vivere Fitness in Acqua

Fitness in acqua

Riabilitare, Stare insieme e Divertirsi

L’attività fitness si svolge alla piscina “Boario” due volte a settimana.

Nella prima parte della lezione si fanno esercizi posturali cercando la consapevolezza del movimento, eseguendo variazioni della respirazione e movimenti in acqua con l’ausilio di galleggianti, nuoto libero.

La seconda parte consiste nello studio della camminata in acqua: sperimentiamo la camminata consapevole che coinvolge tutti i distretti articolari cercando in particolare un buon movimento nel cingolo omero-scapolare e nel portamento della testa. In particolare lavoriamo sul movimento delle vertebre del collo attraverso l’uso degli occhi. Lo studio si ispira alla “camminata africana” di Movimento Intelligente® di Ruthy Alon.

Nella ultima parte lavoriamo sulla tonificazione, sulla postura e con aerobica a corpo libero allenando anche gli sfinteri e il pavimento pelvico nell’acqua medio alta. Usiamo piccoli pesi alle caviglie ed ai polsi per intensificare l’allenamento e facilitare la consapevolezza.

Vantaggi e miglioramenti nel benessere psicofisico:

  • Migliora l’attività cardio vascolare e la potenza aerobica
  • Il corpo migliora la flessibilità e la coordinazione
  • Aumenta il rilassamento fisico e la consapevolezza del movimento
  • Migliora la circolazione linfatica e venosa grazie al massaggio dell’acqua
  • Aumenta la funzionalità del sistema immunitario e respiratorio
  • Si riducono gli sforzi a carico delle articolazioni e la percezione del dolore

Vi aspettiamo! Cuffia, costume e voglia di movimento!

Proteggi il seno! Sfoglia il fiore della salute!

Gli aggettivi della prevenzione

Voglia di vivere Prevenzione tumore al Seno

La Prevenzione Primaria ha come obiettivo la riduzione dell’incidenza del cancro tenendo sotto controllo i fattori di rischio modificabili. Secondo alcune stime uno stile di vita corretto che preveda l’eliminazione del fumo, l’adozione di una alimentazione sana e il contrasto alla sedentarietà sarebbe in grado di evitare un caso di cancro su tre.
Alcuni organismi internazionali come la Comunità Europea e il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro pubblicano e periodicamente aggiornano sulla base delle evidenze scientifiche, codici e raccomandazioni per la prevenzione dei tumori.
Numerose indicazioni riguardano alimentazione ed attività fisica ed invitano a non aumentare di peso, a camminare di più, ad adottare un’alimentazione ricca di cereali integrali, verdura, frutta e legumi, a evitare il consumo di alimenti ricchi di zuccheri e grassi, a limitare le carni rosse ed evitare quelle lavorate, a limitare le bevande alcoliche ed evitare quelle zuccherate.
Altre raccomandazioni suggeriscono di valutare con maggior attenzione l’ambiente in cui viviamo e alle donne consigliano l’allattamento al seno e la cautela nell’ assunzione della terapia ormonale sostitutiva.

La Prevenzione Secondaria riguarda la Diagnosi Precoce di un tumore che permette di intervenire tempestivamente aumentando le opportunità terapeutiche e riducendo gli effetti negativi.
Tra i 20 e i 40 anni non sono previsti esami particolari, se non una visita annuale del seno di un medico specialista e l’autopalpazione che, praticata mensilmente, permette di conoscere il proprio seno ed apprezzarne ogni piccolo mutamento. Solo in situazioni particolari, per esempio in caso di familiarità o di scoperta di noduli, è possibile approfondire l’analisi con una ecografia o una biopsia del nodulo sospetto.
Tra i 40 e i 50 anni, specialmente le donne con presenza di casi di tumore del seno in famiglia, dovrebbero cominciare a sottoporsi a mammografia, meglio se associata a ecografia vista la struttura ancora densa del seno.
Tra i 50 e i 69 anni il rischio di sviluppare un tumore del seno è piuttosto alto e di conseguenza le donne in questa fascia di età devono sottoporsi a controllo mammografico con cadenza biennale. È opportuno che le donne partecipino con regolarità agli screening mammografici, programmi pubblici organizzati dalle Aziende Sanitarie che ogni due anni invitano con una lettera personale a sottoporsi ad un esame mammografico gratuito nella data e nell’orario indicati.
In alcune regioni la fascia di età dello screening si sta allargando tra i 45 e i 74 anni con modalità che permettono una precocità di diagnosi sempre più diffusa ed accurata.
Esistono poi alcuni tumori al seno, ma anche all’ovaio, di carattere ereditario: la mutazione dei geni BRCA1 e BRCA comporta un aumento non trascurabile del rischio di ammalarsi; saperlo attraverso consulenze e test genetici è molto utile sia per aumentare la frequenza e la tipologia dei controlli, sia per adottare la miglior strategia personale e familiare per evitarlo.

La Prevenzione Terzaria ha come obiettivo principale la prevenzione delle ricadute o di eventuali metastasi dopo che la malattia è stata curata con la chirurgia, la radioterapia o la chemioterapia (o tutte e tre insieme). È legata alla prevenzione delle complicanze, alla gestione di eventuali deficit
ed abbraccia il campo delle scelte terapeutiche che prolungano gli intervalli di tempo libero dalla malattia ed aumentano la sopravvivenza. Esempi di prevenzione terziaria sono anche tutte quelle misure riabilitative e assistenziali, volte al miglior reinserimento della persona nel contesto familiare, sociale e lavorativo, e all’aumento della qualità della vita attraverso percorsi di riabilitazione motoria, sostegno psicologico, indicazioni dietetiche, consulenze estetiche, ecc…

La Prevenzione Quaternaria vuol avvalorare l’ affermazione “più non è meglio” affidandosi a linee guida nazionali e internazionali a cui attenersi per evitare sovradiagnosi o sovratrattamenti. Spesso è la competenza del medico di famiglia che può aiutare ad evitare interventi medici in eccesso. Esempio significativo è la sovradiagnosi negli screening mammografici quando vengono individuate formazioni sospette o forme tumorali a progressione lentissima che vanno a quel punto trattate, ma che mai avrebbero dato problemi. Il medico dovrebbe tenerne conto quando propone uno screening spiegando con chiarezza i vantaggi ed i possibili svantaggi della diagnosi precoce.

Il Sindaco di Pistoia

Un sentito ringraziamento al Sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, per questo bel messaggio che rivolge alla cittadinanza tramite la nostra associazione, Voglia di vivere.

“Ancora una volta le associazioni di volontariato della nostra città dimostrano l’enorme valore sociale della propria attività. Voglia di Vivere, che desidero ringraziare per il lavoro quotidianamente svolto a Pistoia, rappresenta per la comunità pistoiese un punto di riferimento molto importante per quanto riguarda la prevenzione oncologica delle donne. Questa associazione è da anni in prima linea per dare il proprio prezioso contributo in un’opera di prevenzione che è determinante per salvare vite umane. Il lavoro di Voglia di Vivere non si manifesta soltanto attraverso le tante professionalità che ogni giorno operano nell’associazione, ma anche nella generosità dimostrata dai volontari e da tutte le persone che contribuiscono con piccoli o grandi gesti a continuare nel migliore dei modi il percorso intrapreso. Questa quinta edizione della Camminata benefica organizzata dalla Onlus per le vie del centro storico, è l’ennesima dimostrazione del cuore generoso e instancabile di tutti coloro che animano l’associazione. Vi invito a partecipare numerosi, perché ogni passo è importante”.

Il Sindaco Alessandro Tomasi

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Apre e chiude l’estate

Il fico è sempre piaciuto, moltissimo: considerato una prelibatezza nell’antica Babilonia – dove veniva amorevolmente coltivato nei celebri giardini pensili! – oggi è una tale leccornia da essere apprezzato anche se… rinseccolito.

A introdurre il Ficus carica nella penisola Italica – dopo averlo portato a zonzo per tutto il Mediterraneo – furono i Greci, ai quali siamo veramente molto grati per aver fatto sì che tanta bontà si sia diffusa ad allietare molti nostri palati. E non soltanto dei palati, perché quello del fico è un frutto che si fa apprezzare anche per le proprietà nutrizionali… ops, ho detto “frutto”? Perdonatemi! A voler essere precisi, infatti, ciò che è prodotto dal fico dovremmo chiamarlo siconio, ovvero il falso frutto, ovvero l’infiorescenza del fico e l’infruttescenza che ne deriva… o, per meglio intenderci, tutto il gusto dei piccoli, zuccherosi, delicati, carnosi pezzettini rossi (brattee squamiformi), che il siconio gelosamente racchiude in se stesso.

La polpa interna è fatta dai residui dei fiori – che conferiscono il gusto zuccherino – e vi si immergono i granelli, che sono i veri frutti (chiamati acheni) del fico. Comunque sia, si tratta di un cibo veramente prelibato, una pianta molto comune che si distingue in diverse varietà, che maturano da giugno a ottobre.

Alessandra Chirimischi

 

 

Concorso fotografico: la giuria

La giuria chiamata a selezionare le opere che parteciperanno al concorso fotografico “Sento, vedo, racconto. Il ritratto della salute è composta di persone che, prima di ogni altra cosa, mettono il cuore in quello che fanno. Persone sensibili, negli occhi e nell’anima, abituate a vedere la bellezza anche dove i meno attenti faticano a coglierne traccia.

È alla loro capacità di interpretare le emozioni che Voglia di vivere ha affidato il compito di scegliere le più significative, nella certezza che saranno valutate nella pienezza del loro valore. Conosciamo più da vicino i quattro componenti la giuria (li presentiamo in ordine alfabetico).

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Se ti abbraccio non aver paura

Non trovate sia meraviglioso scoprire che il nostro mondo è popolato anche da persone fantastiche? Così fantastiche che sembrano appartenere a un altro mondo! O forse siamo noi a non vedere il loro mondo, e le consideriamo strane perché non le comprendiamo?

È con queste domande che entriamo nel mondo di Andrea, il ragazzo autistico protagonista, insieme al padre Franco, del libro “Se ti abbraccio non aver paura”. I due, ormai, sono giustamente famosi e continuano a girare l’Italia accompagnati dalla simpatia che li contraddistingue.

Tutto ebbe inizio quando i due partirono per un viaggio oltreoceano, raccontate in quell’intenso diario di vita che è il libro: “Se ti abbraccio non aver paura” racconta la reazione di un padre dal momento in cui gli viene data una sentenza che cambierà radicalmente la vita di tutta la sua famiglia. Un moto di ribellione che non è negazione della realtà, bensì l’accettazione consapevole di chi si informa, di chi non si dà per vinto e vuole a tutti i costi rispettare la Vita, anche se questa diventa a un certo punto difficile perché “diversa”. La Vita, che è sempre e comunque bella, da vivere con intensità, e Franco decide di condividerne con il figlio un momento speciale, dedicato soltanto a loro: partono alla volta dell’America senza una meta precisa, ma coltivando il bel sogno di incontrarsi nell’intimo della loro anima, una condivisione dalla quale ciascuno possa diventare più forte perché più vicino all’altro.

Franco e Andrea sono due personaggi veramente speciali, e si sono affidati a un brillante scrittore, Fulvio Ervas, per fare della loro esperienza un libro meraviglioso che al successo del pubblico ha aggiunto alcuni riconoscimenti letterari di rilievo.

Forse… la bacchetta magica regalata da Andrea a New Orleans, ha indicato a Franco il percorso giusto per trasformare la loro avventura in magia da donare a tutti coloro che la leggeranno.

Alessandra Chirimischi

Se vuoi maggiori informazioni, rivolgiti al punto prestito

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attivo presso la nostra associazione.

Intanto, ti informiamo che questo libro è già disponibile nel circuito REDOP

 

 

 

 

 

 

 

Chi ha spostato il mio formaggio?

Da una parte due topolini intraprendenti, Nasofino e Trottolino, che lasciandosi guidare dall’istinto si trovano a risolvere una situazione di difficoltà, semplicemente affidandosi al loro intuito. Dall’altra due gnometti, Tentenna e Ridolino, dotati di forte capacità logica e di ragionamento, e che si trovano ad affrontare la stessa problematica di Nasofino e Trottolino.

Tutti e quattro vivono in un Labirinto, nel quale hanno trovato la fonte di sopravvivenza, un deposito di formaggio… o, meglio, Formaggio – sì, con la F maiuscola – per quanto riguarda gli gnomi: sembra cosa da poco, ma questa “F” fa una gran differenza. Infatti, mentre per i topini il formaggio è fonte di piacere e sopravvivenza, per Tentenna e Ridolino assume ben altro sognificato: il Formaggio è una ragione di vita, è la sicurezza, la certezza delle cose stabilite, della quotidianità immutabile perché consolidata.

Perciò, quando una mattina arrivano al deposito e di formaggio non ce n’è più, i topolini – che molto attenti al loro intuito si erano già preparati all’idea che qualcosa potesse cambiare – non si perdono d’animo e si mettono subito alla ricerca di nuovo formaggio.

Per i due gnomi, invece, le cose vanno diversamente: iniziano a perdersi in una serie inesauribile di valutazioni. Le loro certezze, la comodità, lo status acquisito – chiamatelo come vi pare – avevano fatto sì che Tentenna e Ridolino avessero indossato i comodi panni dell’arroganza, quelli che rendono immobili e placidi, anche di fronte alla palese necessità di rimboccarsi le maniche e ripartire. Così, una storia apparentemente banale ci induce a riflettere e guardare dentro di noi per trovare la forza di dare soluzione a un problema. Morale: sta solo a noi, non a qualcun altro, e quanto prima accetteremo l’idea che c’è da rimettersi in gioco, tanto meglio e più velocemente riusciremo a star di nuovo bene.

La storia inizia con una rimpatriata di amici, che tirano le somme delle loro esperienze trascorse, personali e professionali, e uno di loro afferma: “Ma avete notato quanto sia forte in noi il desiderio di non cambiare quando le cose intorno a noi cambiano?”; una domanda in cui sono contenute molte delle paure che oggi ci affliggono, legate al cambiamento non soltanto della nostra sfera personale, ma anche del mondo che ci circonda.

Ciò che dobbiamo imparare è che qualche cambiamento lo avremo sempre, ci piaccia o no, e che il modo migliore per affrontarlo è di coglierne i segnali semplicemente prestando attenzione a ciò che accade intorno a noi, senza avere la presunzione che tutto resti esattamente come piace a noi, come ci insegna lo gnomo Ridolino: “Annusa spesso il formaggio, così ti accorgi se diventa vecchio”.

Un atteggiamento che possiamo tenere se disposti a lasciar da parte tutti i freni imposti dalla paura del nuovo, perché il nuovo – di qualunque nuovo si tratti – può anche essere non negativo. Molto sta a noi deciderlo.

Alessandra Chirimischi

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Intanto, ti informiamo che questo libro è già disponibile nel circuito REDOP

 

 

Ugo Poli

Senza voler togliere alcun merito agli altri, ci sentiamo però molto orgogliose di poter vantare il nome di Ugo Poli fra coloro che hanno accettato di far parte della giuria di questo primo concorso.

Orgogliose perché è un uomo che ha molto a che fare con la bellezza, quella creata da Jorio Vivarelli e che Poli si è assunto il compito di divulgare, nella sua qualità di Presidente della Fondazione Pistoiese Jorio Vivarelli.

Da Villa Storonov – dove il Maestro abitava insieme alla moglie Giannetta e dove oggi hanno sede la Fondazione e uno splendido museo – si irradia verso il messaggio dell’artista che, a pieno titolo, il mondo intero celebra con le sue opere.

Il sito della Fondazione Jorio Vivarelli potrà offrirvi molte altre informazioni, molto dettagliate, oltre a proporre le immagini delle sculture che l’artista ha lasciato alla città: una collezione preziosa, valorizzata anche nello splendido giardino che circonda la villa e di cui la foto in copertina offre uno stralcio. L’immagine, infatti, si riferisce all’opera L’una per altra, un bronzo che lo scultore Vivarelli realizzò nel 1972: solo una delle tante meraviglie da scoprire nel giardino di Villa Storonov.

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Laura Pelagatti

Nata a Pistoia nel 1966, Laura considera la fotografia parte integrante della sua vita: lo è stata fin dalla nascita, quando la madre acquistò la sua prima macchina fotografica, una Voigtlander Vito C, divenuta poi compagna di avventure per Laura.

Da persona che ama sperimentare, e non sentendosi troppo legata alla tecnica – seppur la consideri necessaria – vede la foto come libera espressione, racconto, introspezione, passione, poesia, sogno, svago, fatica ma anche fonte di adrenalina, soddisfazione, confronto, crescita: uno stile di vita, appunto.

Ritrattista per vocazione, ama la figura umana soprattutto in movimento così che danza e teatro sono i soggetti preferiti da cogliere, in particolare durante le prove, quando ha più libertà per muoversi e interagire con gli artisti: un colloquio fra pari, aggiungiamo noi.

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