La dieta mediterranea

Con questo libro l’armonia fra i termini “libro” e “benessere” è particolarmente azzeccata: infatti, non soltanto di attinge dalla lettura quella piacevolezza che porta a uno stato empatico con il protagonista di un libro, ma va ben oltre, toccando il benessere fisico legato a un modo di intendere la vita, nella sua quotidianità.

“La dieta mediterranea. Mito e storia di uno stile di vita”, scritto dall’antropologa Elisabetta Moro, analizza – grazie ai risultati di una ricerca articolata e dettagliata – il significato più profondo della “dieta mediterranea”, riferimento oggi utilizzato spesso impropriamente, e che grazie ai contenuti di questa pubblicazione ci è dato di conoscere in modo corretto.

La tecnica narrativa è molto scorrevole, gradevole anche per i non addetti ai lavori (proprio perché rivolta a un vasto pubblico), che porta a sognare utilizzando le parole come pennellate di colore: chiudi gli occhi per un attimo e… senti le cicale cantare sotto il caldo sole estivo, al naso ti arriva l’odore forte sprigionato delle erbe aromatiche, percepisci lo scorrere di fresche acque ristoratrici. E laggiù lui, il mare, il nostro bellissimo Mediterraneo lampeggiante sotto i bagliori del sole. O della luna.

Questo libro è scienza, per il modo con il quale racconta anni di ricerche rigorose condotte dai coniugi Ancel e Margaret Keys, ma è anche attualità e storia, perché racconta come la loro eredità culturale sia stata da alcuni Paesi del Mediterraneo apprezzata e come, di conseguenza, i loro governi si siano impegnati affinché la dieta mediterranea fosse dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

È poi arricchito con notizie curiose e interviste, riflessioni sul cibo e sul mondo che intorno a questi gira: in realtà si tratta di tanti piccoli mondi, uno per ciascuno dei luoghi e dei modi in cui il cibo è preparato e consumato. In quest’ottica, il libro diventa uno strumento che ci aiuta a capire le nostre origini, facendocele apprezzare e, forse, talvolta guardare per la prima volta sotto il giusto profilo.

Alessandra Chirimischi

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Solo pane

Una storia come tante: lei che lascia il proprio lavoro e la casa natale per entrare nel nuovo ruolo di moglie. Una moglie – nel caso di Wynter Morrison, protagonista del romanzo “Solo pane” di Judi Hendricks – perfetta per il perfetto principe azzurro con il quale è convolata a nozze: impeccabili abiti firmati, indossati con signorile eleganza in occasioni mondane quando incontra gli amici/clienti del marito, inappuntabile padrona di una splendida casa in uno dei quartieri più eleganti della città… insomma, una moglie perfettamente plasmata a ciò che ci si aspetta da lei. Per sette anni vive un matrimonio felice, o apparentemente tale, fin quando si rompe l’incantesimo. E le certezze crollano.

Sull’inizio Wynter fatica non solo ad accettare l’idea che il marito voglia lasciarla, ma addirittura cade in uno stato di profonda depressione nell’attesa che lui torni in sé: un’attesa inutile quanto dolorosa, dalla quale però pian piano inizia a prendere forma la voglia di rimettersi in piedi, una volontà che… lievita insieme alla consapevolezza che la realtà è cambiata, e occorre costruirsi una nuova vita. Acquisisce finalmente il giusto atteggiamento per vincere.

È nel pane che Wynter trova il suo antidoto alla tristezza. O, meglio, lo trova nel fare il pane. Il piacere di impastarlo, di preparare il lievito madre, di imparare i segreti della panetteria: seguendo il profumo del pane torna con la memoria alla gioventù, quando ancora studentessa – durante una vacanza estiva trascorsa nella Francia meridionale – imparò l’arte nella panetteria. Ricordi che si inframmezzano con la ricerca della propria identità e di una nuova vita che pian piano prende forma intorno alla sua personalità, ai suoi desideri fino a sbocciare nella sua pienezza nel momento in cui Wyn riesce ad accettare la realtà per quella che è. Nel momento in cui riesce dalle difficoltà a trovare la via di uscita positiva, per se stessa.

Ha superato il proprio dolore grazie a una forza di volontà che è cresciuta in le delicatamente, come avviene con il pane quando è preparato con amore: il meraviglioso pane il cui profumo è per lei un antidepressivo naturale, la terapia più efficace quando affonda le mani nella farina e la impasta inebriandosi con l’odore del lievito da lei stessa preparato.

Dall’epilogo forse un po’ scontato – il classico lieto fine, come nelle fiabe, che però non vi raccontiamo per non rovinare la lettura – il romanzo è davvero molto gradevole, e pure originale per il ruolo da co-protagonista che viene riservato proprio al pane, con una trama nella quale molte donne si caleranno, sia per simpatia sia per empatia.

Dulcis in fundo, ma non cosa da poco, nel libro ci sono alcune interessanti ricette per preparare il pane, e pure qualche dolce con le ricette di una volta: vuoi vedere che potrà diventare anche il vostro toccasana?

Alessandra Chirimischi

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La dietista raccomanda… il fico

I fichi sono frutti dolci e molto nutrienti, ricchi di vitamine e sali minerali, tra cui il calcio utile alla salute delle ossa. I fichi secchi hanno una maggiore concentrazione di calorie e zuccheri dovuta alla mancanza di acqua, che viene persa nel processo di essiccazione. Le proprietà nutritive sono le stesse dei freschi ma i fichi secchi contengono molte più calorie, quindi bisogna consumarli con più moderazione soprattutto se non vogliamo aumentare di peso.

Oltre al classico utilizzo come frutta a fine pasto o sfiziosa merenda vi consiglio il loro utilizzo confettura di fichi fatta in casa oppure un originale risotto ai fichi o addirittura come antipasto sotto forma di un carpaccio di fichi! I fichi in questo caso vengono abbinati alla mozzarella, al parmigiano in scaglie e ad erbe aromatiche come il rosmarino. Se gradito si può aggiungere del pepe nero e del pepe verde per condire.

Lisa Sequi

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Da donna a donne

È stato un privilegio, e lo diciamo in tutta sincerità, aver ricevuto alla Camminata in città la visita della Dott.ssa Emilia Zarrilli, da pochi mesi nominata Prefetto a Pistoia: è stato per noi un modo per augurarle il benvenuta nella nostra città, oltre all’occasione di conoscerla da vicino.

L’impressione che ne abbiamo avuto è quella di una donna schietta perché diretta e pratica, che con eleganza manifesta la consapevolezza del proprio ruolo. E se ci è piaciuta nei modi, nelle parole non è stata da meno. Parole che abbiamo percepito come un sincero gesto di slancio verso la colorata platea di donne che al suo arrivo si stavano cimentando in un’allegrissima zumba: pur non essendosi lasciata andare alle danze, si è però fatta coinvolgere dalla piacevolezza dell’atmosfera che si respirava in quel bellissimo angolo di Pistoia che è il chiostro di San Lorenzo, e che lei non ha mancato di ammirare.

Emilia Zarrilli ha colto il momento di gioia e lo ha tradotto in un messaggio concreto “da donna a donne”, per usare le sue stesse parole. Ha detto di aver accettato con piacere un invito che le dava l’occasione per conoscere meglio la sua nuova città, insieme a tante donne che in città si prodigano per cause così nobili. Ed ha avuto attenzione per tutti, soffermandosi a parlare con i partner che hanno contribuito a fare di questa mattinata un momento di condivisione concretamente utile. Gesti e parole molto graditi perché vengono da una donna speciale, la prima donna Prefetto nella provincia di Pistoia.

È questo genere di riconoscimenti che ripaga lo spirito del volontariato. Lo ripaga dalla fatica che richiede organizzare una manifestazione di tale portata, e noi – da donne a donna – vogliamo farle sapere che la sua presenza alla Camminata in città ha dato all’evento un tocco di “istituzionalità al femminile” molto speciale. Ci auguriamo di averla presto nuovamente con noi: impegni istituzionali permettendo!

 

 

Pronti…

Certo che siamo pronte! Ed è sempre un momento di grande emozione quando si iniziano a tirare la fila di un lavoro impegnativo, che ha richiesto mesi di fatica. Un’emozione bella, dal sapore della più genuina voglia di fare la propria parte di una comunità.

Questa sana emozione è trapelata forte da Deanna Capecchi – Presidente in carica – quando ha presentato alla stampa l’intero progetto della Camminata in città 2018: è stata contagiosa, facendo sentire partecipi tutti i convenuti alla conferenza, tenutasi alla sede di Voglia di vivere. Erano presenti quasi tutti i partner che con varie modalità partecipano, e che hanno manifestato ciascuno la propria motivazione a esserci: motivi diversi ma legati dal fil rouge della condivisione di un momento importante per la città.

  • Alessio Poli per Far.Com. ha ricordato che la finalità socio-sanitaria delle farmacie si sposa perfettamente con la sinergia di professionalità che la Camminata mette insieme: esempio ne è la facilità con cui è stata resa disponibile una bella quantità di campioni di prodotti di bellezza da distribuire presso lo Spazio Beauty.
  • Marcello Magrini, Presidente CESVOT, ha ricordato la preziosità del volontariato, in particolare oggi che molte associazioni sono costrette a chiudere: vederne tante che fanno rete intorno alla Camminata, le attribuisce un valore sociale importante.
  • L’Associazione Diabetici, rappresentata da Antonio Mazzinghi, partecipa per la prima volta alla Camminata, condividendone attivamente lo spirito: a dimostrazione di come l’attività fisica sia benefica, a chi lo vorrà sarà misurato l’indice di glicemia alla partenza e al rientro.
  • Filippo Basetti è coinvolto con il Gruppo Fotografico Fornaci di cui è Presidente, associazione la cui presenza sarà fondamentale in tutto il percorso del concorso fotografico. Ha ricordato come alla fotografia sia riconosciuto un ruolo anche terapeutico, motivo per cui si inserisce armonicamente nell’evento.
  • Marta Beneforti, del Centro Guide Turismo Pistoia, ha espresso la propria soddisfazione per avere l’occasione di rendere più interessanti il momento di svago che è la Camminata, raccontando ai partecipanti le figure donne pistoiesi tanto portentose quanto spesso sconosciute.
  • Per gli Amici della San Giorgio la Presidente Rossella Chietti ha ricordato il forte legame con la Camminata fin dal suo esordio: ha anche colto l’occasione per ringraziare per il contributo che permette di attivare anche nel 2018 Librobus. Anche gli Amici della Forteguerriana saranno con noi, per farci conoscere una parte di Pistoia affascinante.

 

E grazie alla stampa che ha parlato di noi:

 

 

 

Il Sindaco di Pistoia

Un sentito ringraziamento al Sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, per questo bel messaggio che rivolge alla cittadinanza tramite la nostra associazione, Voglia di vivere.

“Ancora una volta le associazioni di volontariato della nostra città dimostrano l’enorme valore sociale della propria attività. Voglia di Vivere, che desidero ringraziare per il lavoro quotidianamente svolto a Pistoia, rappresenta per la comunità pistoiese un punto di riferimento molto importante per quanto riguarda la prevenzione oncologica delle donne. Questa associazione è da anni in prima linea per dare il proprio prezioso contributo in un’opera di prevenzione che è determinante per salvare vite umane. Il lavoro di Voglia di Vivere non si manifesta soltanto attraverso le tante professionalità che ogni giorno operano nell’associazione, ma anche nella generosità dimostrata dai volontari e da tutte le persone che contribuiscono con piccoli o grandi gesti a continuare nel migliore dei modi il percorso intrapreso. Questa quinta edizione della Camminata benefica organizzata dalla Onlus per le vie del centro storico, è l’ennesima dimostrazione del cuore generoso e instancabile di tutti coloro che animano l’associazione. Vi invito a partecipare numerosi, perché ogni passo è importante”.

Il Sindaco Alessandro Tomasi

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Associazione Diabetici Pistoiesi

Che camminare sia salutare è un dato di fatto da tutti accettato. Però, se i benefici sull’umore sono immediatamente visibili altrettanto non lo è per quelli fisici, per ottenere i quali ci vogliono più tempo e perseveranza per verificarne l’effetto. Che però c’è, da subito, anche se qualcuno può non crederci: così, la Associazione Diabetici Pistoiesi è presente alla Camminata in città per dimostrare quanto sia vero.

La nostra partecipazione si sostanzia nel misurare ai partecipanti la glicemia – ovviamente a chi sceglierà di farlo – alla partenza e all’arrivo della camminata: perché le glicemie prima e dopo un’attività straordinaria, e magari inusuale ma intensa? L’obiettivo è conoscere e governare meglio la propria patologia per i diabetici, un modo per conoscere meglio e meglio conservare il proprio stato di salute, un atto importante di prevenzione per tutti. La prevenzione e la sensibilizzazione costituiscono un primo importantissimo passo da compiere – motivazioni che ci fanno aderire all’iniziativa di Voglia di Vivere – e con mezzi semplici ed economici è possibile diagnosticare la presenza o il rischio di diabete, e con pochi cambiamenti dello stile di vita, senza farmaci, è possibile prevenirlo o curarlo.

La Associazione Diabetici Pistoiesi si propone di accompagnare e sostenere le persone affette da diabete mellito con azioni di informazione e supporto, sia nell’affrontare le loro difficoltà quotidiane, sia offrendosi come spazio di socializzazione oltre che, nei limiti delle nostre possibilità e competenze, coadiuvando le stesse autorità sanitarie in tutte le forme e modalità nelle quali la nostra presenza può ritenersi utile.

Promuoviamo soprattutto le azioni finalizzate al miglioramento della qualità della vita dei diabetici, fra cui l’educazione a corretti stili di vita rappresenta sicuramente uno degli obiettivi più importanti, con l’attività motoria in testa: per tutti, a prescindere da età e stato di salute. Attività che come Associazione Diabetici Pistoiesi organizziamo ormai da ben sei anni, in collaborazione con l’UISP, ed è divenuta occasione di sostegno e terapia nella lotta contro il diabete, un momento importante di socializzazione ma anche di allegria e serenità.

Forti di questa esperienza, siamo attenti a sostenere tutte le iniziative e gli eventi che, nel territorio della nostra provincia, possono concorrere a promuovere e informare sui corretti stili di vita (che nel caso della nostra malattia rappresentano una importante fetta della cura) e abbiamo quindi accolto con grande piacere e soddisfazione l’invito a collaborare alla 5a Camminata in città, un evento che insieme a proporre un’attività essenziale nello stile di vita del diabetico rappresenta un’opportunità importante per socializzare e per imparare a conoscere o a riscoprire la nostra città.

Sul nostro sito potete trovare dettagliate informazioni sulle attività che svolgiamo.

Associazione Diabetici Pistoiesi

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Donne con turbanti

È il sottile piacere di sentirsi donna a tenere alto il senso di quella femminilità che induce al desiderio di essere belle: perché essere belle vuol dire star bene con noi, avvertire il benessere dell’armonia interiore. Un’armonia che talvolta ha bisogno di essere aiutata: un accessorio di moda, un monile, il trucco più o meno marcato, a seconda del momento e dello stato d’animo. Nonostante tutto, e cominciare dai capelli che se ne vanno – non per sempre, nonostante tutto torneranno! – lasciando però lo scalpo momentaneamente vittima delle terapie. Ed è qui che dobbiamo impegnarci ancora di più, mettercela tutta affinché il sottile piacere di sentirsi bene possa avere la meglio e diventare con-turbante… e magari farci fare pure la moda. Non ci credete? Fate male, donne di poca fede!

Ecco qua una passerella di interessanti copricapi (solo un assaggio, giusto per invogliarvi a sfogliare il catalogo) per la prossima stagione:  la collezione autunno-inverno dei turbanti Aurora, trendy e facilmente abbinabili al proprio vestiario, caratteristiche che ne hanno decretato il successo facendoli diventare un accessorio difficilmente sostituibile (pure per le signore meno rosa, che i capelli li hanno tutti).

La collezione Aurora è certificata con Oeko-Tex® Standard 100, a garanzia che la produzione tessile non contenga o rilasci sostanze nocive per la salute. Inoltre, essendo la collezione dei copricapo protocollata come dispositivo medico a marchio CE, è un supporto valido per tutti i fenomeni di calvizie, come dicevamo prima sia permanenti sia temporanei (quindi per chemioterapia o alopecia di varia natura), è molto confortevole e una volta indossato dà un effetto casual decisamente affascinante: con-turbante, appunto!

Per la Toscana i copricapo Aurora sono distribuiti da BC Trading srl tramite la catena Capelli&Manie (le immagini si riferiscono alla collezione 2018: aggiornamenti sul sito dell’azienda)

 

NEGOZI CAPELLI&MANIE IN CUI TROVI L’ASSORTIMENTO COMPLETO:

  • Pistoia – via Puccini, 54 – 0573 29690, referente Signora Grazia
  • Monsummano Terme – piazza Giusti, 83 –0572 953723, referente Signora Francesca
  • Prato – via Carlo Marx, 106 –0574 440405, referente Signora Laura
  • Firenze – via G. Orsini, 87/89r (zona Gavinana) – 055 5381187, referente Signora Deusa
  • Pisa – via Luigi Bianchi, 23 – 050 8312106, referente Signora Adriana
  • Cossato (Biella) – via Mazzini, 4 –015 980848, referente Signora Sabrina
  • Orvieto (Terni) – piazza Olona, 24 – 338 8153048, 380 6323496, referenti Signori Luca e Alessandro

 

Gli Amici della Forteguerriana

L’Associazione culturale Amici della Forteguerriana si pone l’obiettivo di “studiare e proporre iniziative e progetti atti a favorire la conservazione e il potenziamento delle raccolte della biblioteca, con particolare riguardo ai fondi antichi e speciali e alla documentazione locale e a diffonderne la conoscenza nel modo più ampio possibile”. L’Associazione si propone anche di collaborare attivamente alle iniziative che la Biblioteca Forteguerriana periodicamente mette in atto per valorizzare il proprio patrimonio e di ideare e sostenere, l’organizzazione di incontri pubblici volti a valorizzare la storia e l’identità culturale locale.

E una mattinata trascorsa fra amiche e amici a parlare di cultura e benessere, passeggiando in città, rappresenta occasione ghiotta per contribuire alla realizzazione di queste finalità. Per saperne di più sulle attività della associazione, consulta il sito.

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Apre e chiude l’estate

Il fico è sempre piaciuto, moltissimo: considerato una prelibatezza nell’antica Babilonia – dove veniva amorevolmente coltivato nei celebri giardini pensili! – oggi è una tale leccornia da essere apprezzato anche se… rinseccolito.

A introdurre il Ficus carica nella penisola Italica – dopo averlo portato a zonzo per tutto il Mediterraneo – furono i Greci, ai quali siamo veramente molto grati per aver fatto sì che tanta bontà si sia diffusa ad allietare molti nostri palati. E non soltanto dei palati, perché quello del fico è un frutto che si fa apprezzare anche per le proprietà nutrizionali… ops, ho detto “frutto”? Perdonatemi! A voler essere precisi, infatti, ciò che è prodotto dal fico dovremmo chiamarlo siconio, ovvero il falso frutto, ovvero l’infiorescenza del fico e l’infruttescenza che ne deriva… o, per meglio intenderci, tutto il gusto dei piccoli, zuccherosi, delicati, carnosi pezzettini rossi (brattee squamiformi), che il siconio gelosamente racchiude in se stesso.

La polpa interna è fatta dai residui dei fiori – che conferiscono il gusto zuccherino – e vi si immergono i granelli, che sono i veri frutti (chiamati acheni) del fico. Comunque sia, si tratta di un cibo veramente prelibato, una pianta molto comune che si distingue in diverse varietà, che maturano da giugno a ottobre.

Alessandra Chirimischi