Frutto saporitamente sensuale, il ciliegia inizia a raccontarsi con la delicatezza dei petali color rosa pallido da cui sarà generata, dopo che l’albero si sarà acceso nelle tinte forti da cui si alimentano anche le storie che dipingono la ciliegia, talvolta come frutto del peccato, altre volte come omaggio ed esaltazione della bellezza femminile.
Così, il ciliegio è prima di tutto una leggenda, arrivata fino a noi dal Medio Oriente grazie al palato fine dei nostri avi Romani che – per nostra fortuna! – la diffusero per le terre dell’Impero. Colombo e successori fecero il resto, così che oggi il ciliegio è una pianta che si trova in molte parti del mondo. Una pianta che porta con sé storie affascinanti, ma razionalmente smontate dai botanici nel momento in cui ne hanno ridotto la suadenza a meno nobile rango, classificando la pianta nel genere dei prugni: la varietà Prunus avium, comunemente coltivate a frutto dolce, e la Prunus cerasus con le tipologie di ciliegia più acidula, come visciole o amarasche.
Il periodo di maturazione va da maggio ad agosto, a seconda del tipo di pianta e delle zone in cui cresce, ma si può utilizzare in moltissime maniere: sotto spirito, sciroppata, trasformata in gelatine o confetture, essiccata o candita… e in ogni modo sarà sempre un gran piacere gustarla.


L’Asparagus officinalis si trova in diverse varietà (a seconda del metodo di coltivazioni si possono avere asparagi bianchi – cresciuti interrati – e anche il violetto, o quello d’Alemagna per citarne alcuni), ma in assoluto il più diffuso è l’asparago verde (o asparago comune), tanto più pregiato quanto più è estesa la sua parte commestibile, quella tenera e carnosa. Alcune varietà precoci si trovano già verso febbraio, ma va in crescendo con l’arrivo della primavera fino ad arrivare al culmine fra maggio e giugno.