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Gli aggettivi della prevenzione

Voglia di vivere Prevenzione tumore al Seno

La Prevenzione Primaria ha come obiettivo la riduzione dell’incidenza del cancro tenendo sotto controllo i fattori di rischio modificabili. Secondo alcune stime uno stile di vita corretto che preveda l’eliminazione del fumo, l’adozione di una alimentazione sana e il contrasto alla sedentarietà sarebbe in grado di evitare un caso di cancro su tre.
Alcuni organismi internazionali come la Comunità Europea e il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro pubblicano e periodicamente aggiornano sulla base delle evidenze scientifiche, codici e raccomandazioni per la prevenzione dei tumori.
Numerose indicazioni riguardano alimentazione ed attività fisica ed invitano a non aumentare di peso, a camminare di più, ad adottare un’alimentazione ricca di cereali integrali, verdura, frutta e legumi, a evitare il consumo di alimenti ricchi di zuccheri e grassi, a limitare le carni rosse ed evitare quelle lavorate, a limitare le bevande alcoliche ed evitare quelle zuccherate.
Altre raccomandazioni suggeriscono di valutare con maggior attenzione l’ambiente in cui viviamo e alle donne consigliano l’allattamento al seno e la cautela nell’ assunzione della terapia ormonale sostitutiva.

La Prevenzione Secondaria riguarda la Diagnosi Precoce di un tumore che permette di intervenire tempestivamente aumentando le opportunità terapeutiche e riducendo gli effetti negativi.
Tra i 20 e i 40 anni non sono previsti esami particolari, se non una visita annuale del seno di un medico specialista e l’autopalpazione che, praticata mensilmente, permette di conoscere il proprio seno ed apprezzarne ogni piccolo mutamento. Solo in situazioni particolari, per esempio in caso di familiarità o di scoperta di noduli, è possibile approfondire l’analisi con una ecografia o una biopsia del nodulo sospetto.
Tra i 40 e i 50 anni, specialmente le donne con presenza di casi di tumore del seno in famiglia, dovrebbero cominciare a sottoporsi a mammografia, meglio se associata a ecografia vista la struttura ancora densa del seno.
Tra i 50 e i 69 anni il rischio di sviluppare un tumore del seno è piuttosto alto e di conseguenza le donne in questa fascia di età devono sottoporsi a controllo mammografico con cadenza biennale. È opportuno che le donne partecipino con regolarità agli screening mammografici, programmi pubblici organizzati dalle Aziende Sanitarie che ogni due anni invitano con una lettera personale a sottoporsi ad un esame mammografico gratuito nella data e nell’orario indicati.
In alcune regioni la fascia di età dello screening si sta allargando tra i 45 e i 74 anni con modalità che permettono una precocità di diagnosi sempre più diffusa ed accurata.
Esistono poi alcuni tumori al seno, ma anche all’ovaio, di carattere ereditario: la mutazione dei geni BRCA1 e BRCA comporta un aumento non trascurabile del rischio di ammalarsi; saperlo attraverso consulenze e test genetici è molto utile sia per aumentare la frequenza e la tipologia dei controlli, sia per adottare la miglior strategia personale e familiare per evitarlo.

La Prevenzione Terzaria ha come obiettivo principale la prevenzione delle ricadute o di eventuali metastasi dopo che la malattia è stata curata con la chirurgia, la radioterapia o la chemioterapia (o tutte e tre insieme). È legata alla prevenzione delle complicanze, alla gestione di eventuali deficit
ed abbraccia il campo delle scelte terapeutiche che prolungano gli intervalli di tempo libero dalla malattia ed aumentano la sopravvivenza. Esempi di prevenzione terziaria sono anche tutte quelle misure riabilitative e assistenziali, volte al miglior reinserimento della persona nel contesto familiare, sociale e lavorativo, e all’aumento della qualità della vita attraverso percorsi di riabilitazione motoria, sostegno psicologico, indicazioni dietetiche, consulenze estetiche, ecc…

La Prevenzione Quaternaria vuol avvalorare l’ affermazione “più non è meglio” affidandosi a linee guida nazionali e internazionali a cui attenersi per evitare sovradiagnosi o sovratrattamenti. Spesso è la competenza del medico di famiglia che può aiutare ad evitare interventi medici in eccesso. Esempio significativo è la sovradiagnosi negli screening mammografici quando vengono individuate formazioni sospette o forme tumorali a progressione lentissima che vanno a quel punto trattate, ma che mai avrebbero dato problemi. Il medico dovrebbe tenerne conto quando propone uno screening spiegando con chiarezza i vantaggi ed i possibili svantaggi della diagnosi precoce.

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