Orecchiette alla rucola

La mia mamma originaria di Canosa di Puglia, non ha mantenuto tante abitudini pugliesi, in quanto trasferita a Pistoia fin da piccola. Una ricetta però è rimasta ancora nelle nostre abitudini culinarie ed è ormai una ricetta che piace anche ai miei nipoti.

Come dicono le mie figlie, per me è difficile dare le ricette perché non uso dosi precise ma ci proverò!

La ricetta

INGREDIENTI (per 5-6 persone):

  • 500 gr. di orecchiette fresche
  • 100 gr. di rucola
  • 300 gr. di passata di pomodoro o pomodori
  • 1 spicchio di aglio
  • sale
  • parmigiano reggiano q.b.

PROCEDIMENTO

Lessare per 5 minuti la rucola in acqua e sale.

Scolare la rucola e tagliarla grossolanamente. Non buttare l’acqua perché servirà per cuocere le orecchiette.

In una padella scaldare olio e l’aglio, che andrà tolto appena cambia colore, aggiungere la rucola, la passata e sale. Quando ha preso il bollore aggiungere un po’ di acqua e continuare la cottura per circa 30 minuti.

Far bollire l’acqua di cottura della rucola e versare le orecchiette.

Scolare le orecchiette e saltare nel sugo.

 

Aggiungere parmigiano reggiano e… buon appetito!

 

(Foto di copertina: rielaborazione da immagine CIA Puglia)

La foto che vorrei

Le buone abitudini sono piacevoli da acquisire, così nel giro di pochissimi anni la Camminata in Città è cresciuta sana e forte: una creatura di cui andare orgogliose tutte noi che abbiamo creduto in questo progetto, insieme alle amiche e agli amici che l’hanno sostenuto con la loro entusiastica presenza.

Via via è cresciuta per il numero dei partecipanti, degli sponsor e istituzioni che hanno avuto fiducia in noi, ed è cresciuta anche l’offerta di eventi che alla Camminata si sono legati, a cominciare dal concorso Sfumature di rosa, che nell’edizione 2019 si è allargato alle sfumature del verde per sostenere la campagna sul tumore metastatico promossa con Europa Donna Italia (e che ha portato alla istituzione della Giornata Nazionale del tumore metastatico alla mammella).

Un germoglio importante della Camminata in Città – ed è su questo che vogliamo adesso soffermarci – è stato il concorso fotografico “Sento, vedo, racconto. Il ritratto della salute”, la cui prima edizione si è conclusa in una bella cerimonia di premiazione, organizzata al Palazzo Comunale con tanto di convegno in cui si parlò di foto come strumento di benessere. Chi ha partecipato alla seconda ha avuto il piacere di vedere le proprie opere in mostra al negozio Coop di Pistoia, in collaborazione con la locale Sezione Soci che ci avrebbe aperto le porte per un’altra bella premiazione, andata in cavalleria a causa del virus… ma ci rifaremo, ci siamo dette.

Così abbiamo pensato a come poter organizzare una terza edizione che potesse:

  • mantenere il significato della Camminata in Città
  • essere quanto più possibile coinvolgente
  • svolgersi nel rispetto dei limiti imposti dalla prevenzione anti Covid.

Ecco allora che è nata la… variante: “Sento, vedo, racconto la Camminata che vorrei”, ovvero l’invito per un tour virtuale nel nostro territorio, che offre sempre l’angolo giusto per essere ammirato: durante una passeggiata nel parco, durante la mezz’ora d’aria che ci è consentita, o per i più pigri anche aprendo la finestra di casa propria…

Quindi, datevi da fare, perché finora siete stati un po’ pigri… la vogliamo raccontare o no, la nostra bella città! Mica lascerete senza far nulla le splendide signore della giuria, vero?

C’è tempo fino al 15 gennaio per iscriversi!

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Il voto è… servito?

Abbiamo iniziato a pubblicare alcune ricette della tradizione inviate per il concorso “A tavola con la tradizione. In cucina fra le sponde del Mediterraneo” e che naturalmente per adesso sono anonime, i nomi degli “chef narratori” sarà svelato solo a fine concorso.

C’è tempo fino al 15 gennaio per iscriversi, tenendo presente che… chi prima arriva più “like” si prende: le ricette si trovano pubblicate nell’evento appositamente aperto sulla nostra pagina Facebook, dove possono essere votate con un semplice “mi piace” che può far vincere la ricetta preferita.

E vuoi scommettere che la giuria popolare dai social esprimerà un parere diverso da quello che darà la giuria ufficiale del concorso? Staremo a vedere!

Intanto… eccole qua, pronte per essere lette (in ordine alfabetico), provate, gustate! E sapere quale sia la vostra preferita.

 

 

Pappa al pomodoro con l’aglione

Sono felice di inviarvi una mia ricetta. Una ricetta ricordo d’infanzia, che la mamma ci preparava con pochi ingredienti, una ricetta povera ma dal sapore genuino, in molti la conosco ed ognuno ha il suo modo di prepararla: la pappa al pomodoro con l’aglione.

La ricetta

INGREDIENTI

  • pane raffermo
  • olio extravergine
  • uno spicchio d’aglio (io ho usato uno spicchio di aglione)
  • qualche fogliolina di basilico
  • 2 o 3 cucchiai di parmigiano grattugiato
  • brodo vegetale
  • sale e pepe QB

PROCEDIMENTO

Prima cosa preparare il brodo vegetale con cipolla sedano carota e basilico.

Tagliare l’aglione o l’aglio finemente, mettere l’olio in una casseruola buttare l’aglio o l’aglione e farlo cuocere lentamente senza farlo colorire. In caso dell’aglione aggiungere poco brodo vegetale alla volta, l’aglione si deve ammorbidire.

A questo punto si aggiungono i pomodori freschi passati con il passatutto oppure i pelati.
Fare prendere il bollore e buttare il pane raffermo, allungare con il brodo vegetale e lasciare assorbire il liquido, se occorre aggiungere ancora un po’ di brodo.

Appena il pane è diventato pappa aggiungere qualche fogliolina di basilico fare cuocere ancora per qualche minuto, spengere il fornello e spolverare con parmigiano grattugiato. Tenere coperto e lasciare intiepidire la pappa.
A questo punto servite con un “c” di olio extravergine.

Buon appetito.

Le melanzane di nonna Ida

La mia nonna Ida, nata a Livorno da famiglia israelita, rimase orfana molto presto e fu affidata dalla comunità ad una “signora”, così l’ha sempre chiamata lei, che l’ha allevata , educata e preparata alla vita.

Nata verso la fine del 1800, il suo percorso di crescita fu chiaramente orientato verso un destino di sposa e madre di famiglia che con il matrimonio verso i vent’anni e i quattro figli, ha onorato con pazienza e dedizione. Mandava avanti la casa piuttosto bene, ma le piaceva soprattutto lavorare all’uncinetto e cucinare. Di lei ricordo alcune preparazioni speciali come la minestra di pesce, la “francesina”, le melanzane marinate. Quest’ultime sono rimaste indelebili nei miei ricordi e le ho incluse fra “i miei piatti forti”.

Ho la fortuna di avere un orto piuttosto grande che mio marito, ormai in pensione, coltiva con piacere alternando i lavori agricoli con le attività di ricerca scientifica di cui ancora si occupa. Verso la fine di luglio si comincia a raccogliere e a cucinare le melanzane: tonde o lunghe sono adatte tutte, più morbide le prime più saporite le seconde.

La ricetta

INGREDIENTI

  • melanzane
  • aglio
  • peperoncino piccante
  • farina
  • olio per friggere
  • aceto
  • sale

PROCEDIMENTO

Tagliare le melanzane in fette non troppo sottili e disporle a strati in uno scolapasta dopo averle cosparse di sale fino per far perdere l’eccesso di acqua ed il sapore amarognolo. Dopo due ore circa si stendono e si asciugano bene fra due strati di carta da cucina.

Cottura: una volta asciutte le melanzane vengono poche alla volta infarinate e fritte in olio di semi. E’ bene usare una friggitrice elettrica per tenere la temperatura costante ed una gratella per scolarle bene dall’olio in eccesso. Per una preparazione più “leggera” le melanzane possono essere cotte sulla griglia.

Marinatura: quando sono ancora tiepide le melanzane vengono condite a strati con pezzettini di aglio e di peperoncino piccante ed una generosa spruzzata di aceto. Al termine un piatto con un peso sull’ultimo strato favorisce l’amalgama dei sapori che migliora nel tempo e quindi si consiglia di servirle dopo qualche ora dalla preparazione. Nella ricetta originale della nonna al termine della frittura, all’olio di oliva rimasto si aggiungeva l‘aceto, i pezzetti di aglio e peperoncino e dopo aver scaldato e mescolato bene, il tutto veniva versato sopra le melanzane.

Quando le preparo per la famiglia al completo di figli e nipoti, non rimangono mai avanzi vuoi perché molto gradite a tutti quanti, vuoi perché se per caso ne ho fatte tante e qualcosa resta, è d’obbligo riempire un piattino di carta da portar via!

I tortelli di Bruscoli di nonna Clotilde

Bruscoli è una frazione del comune di Firenzuola di 229 abitanti, è situata in Toscana, al confine con l’Emilia Romagna, in provincia di Firenze. In passato faceva parte della contea degli Alberti di Vernio e Mangona, citati da Dante nel canto XXXII dell’Inferno, ai vv. 55-56. Nel 1340 Bruscoli, assieme a Baragazza e altre frazioni, venne ceduta alla signoria bolognese dei Pepoli per l’aiuto prestato da Taddeo Pepoli nella cacciata degli Ubaldini e dei Frescobaldi.

Luciana non è originaria di Bruscoli, essendo di Montale, ma ha sposato un Pasqui, Ledo, originario del borgo mugellano, dove il nonno aveva una grande ed efficiente mulino all’entrata del paese, sul torrente. Così Luciana ha poi passato gran parte della sua vita nel luogo, acquisendone tradizioni, cucina, cultura.

La nonna Clotilde, mamma di Ledo, preparava i tortelli mugellani, con le patate, alla sua maniera, usando i prodotti tipici del luogo e Luciana ne tramanda la tradizione culinaria.

Grazie a lei anche oggi si possono gustare questi manufatti di Bruscoli gustosi e particolari.

Sarà poi compito della sua discendenza, l’amata nipote Ginevra, a continuare e tramandare la preziosa e genuina pietanza.

 

La ricetta

Lessare le patate del Mugello. Nel frattempo preparare la sfoglia.

Per un kg di farina almeno 8 uova, di galline allevate all’aperto. Salare, un goccio di olio, un poco di acqua e amalgamare le uova alla farina, impastando, una ad una fino ad ottenere una pasta liscia e omogenea. Lasciar riposare la pasta, coperta, per 20 minuti.

Dopo venti minuti lavorare la pasta a mano o con la macchina fino ad ottenere delle strisce, non troppo fini né troppo grosse. Quando le patate sono cotte passarle allo schiacciapatate. Aggiungere sale, un uovo, noce moscata olio, parmigiano e qualche cucchiaio di passata di pomodoro per avere un ripieno rosato.

Preparare i tortelli: mettere impasto, sigillare e tagliare a quadrati.

Preparare il sugo di carne e salsiccia: mettere nella pentola un soffritto di verdure miste (carota, sedano, cipolla) e lasciarlo rosolare nell’olio di oliva. Versare poi la carne macinata con la salsiccia, salare, pepare, e sfumare con il vino rosso. Aggiungere il pomodoro, un poco di conserva di pomodoro, un poco di acqua. Far cuocere per circa 40/50 minuti a pentola coperta.

Quando è il sugo è pronto procedere con la cottura dei tortelli.

Lessare i tortelli in abbondante acqua salata, un poco per volta, e condirli con il sugo di carne e salsiccia.

A piacere spolverizzare il piatto con del parmigiano grattugiato.

 

Torta al limone

La torta al limone per me è molto importante poiché è stato il mio primo approccio volontario alla cucina. Non ho mai trovato interessante questo ambito, infatti, ho sempre avuto tanti problemi fisici accentuati da una cattiva alimentazione.
 Non si tratta di una ricetta complicata e non richiede tanto tempo anzi, è una “ricetta da tutti i giorni”, tradizionale a tal punto da poterla modificare tenendo fede alle dosi della ricetta.

La ricetta

INGREDIENTI (per 8 persone)

  • 2 uova
  • 150 g di zucchero bianco
  • 200 g di farina 00
  • 1 bustina di lievito per dolci tipo Paneangeli (originale: mezza bustina 8 g)
  • 1 buccia di limone grattugiata
  • 100 ml di latte
  • 100 ml di olio di semi di girasole (va bene anche di arachide)
  • 50 ml di succo fresco di limone

La cosa veramente importante è seguire l’ordine del procedimento di realizzazione. Se per sbaglio invertiamo un passaggio, la nostra soffice torta al limone, sarà immangiabile.

PROCEDIMENTO

Monta le uova con lo zucchero e la buccia grattugiata del limone, fino a che non otterrai, una massa gonfia e spumosa.
 Aggiungi l’olio, il latte e poi il succo di limone.
Infine, aggiungere farina e lievito setacciandoli a mano e amalgama bene.

Imburrare e infarinare una teglia rotonda (circa 20-22 cm), preriscaldare il forno a 180° non ventilato e infornare la torta per 30 minuti.
 Quando la torta è pronta, farla raffreddare e cospargerla di zucchero a velo.

 

Per abbellirla, possiamo disegnare delle forme e “imprimerle” con lo zucchero.

La ribollita: trionfo di verdure

La ribollita è un piatto che richiama non tanto la mia infanzia, poiché a Pistoia si è soliti fare la zuppa col pane ammollato, ma non “ricotto”, quanto, invece, un aspetto importante della “contaminazione” positiva ricevuta da mia suocera, contadina proveniente dal Mugello, che preparava un’ottima ribollita, talvolta aggiungendo anche la cotenna di maiale che ho volutamente omesso nella ricetta per rendere questo piatto gustoso ma meno ipercalorico. Ho invece lasciato il prosciutto, poiché rende il piatto più saporito ma con meno necessità di aggiunta di sale.

La ribollita si può accompagnare con spicchi di cipolla rossa cruda (meglio se di Tropea)… chi vuole ne può gustare l’alchimia… e… buon appetito!

La ricetta

INGREDIENTI (per 6 persone):

  • 300 g. fagioli borlotti secchi
  • 300 g. fagioli cannellini secchi
  • 3 zucchini
  • 1 manciata di fagiolini
  • 2 mazzetti di bietola
  • 1 mazzetto di cavolo nero
  • 1 cavolo verza piccolo
  • 2 gambi di sedano
  • 4 carote medie
  • 4 patate
  • 3 pomodori maturi
  • 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
  • 1 cipolla
  • 1 rametto di pepolino (timo)
  • 1 rametto di rosmarino
  • 1 spicchio d’aglio
  • 3 cucchiai di Olio Extra Vergine di Oliva
  • 1 fetta abbastanza spessa di prosciutto crudo
  • sale e pepe q.b.
  • 300 g. di pane toscano cotto a legna raffermo

PROCEDIMENTO

Mettere l’olio Extravergine di Oliva in un tegame molto capace e far rosolare il prosciutto tagliato a cubetti con la cipolla finché questa non si sarà imbiondita e con l’aglio, il pepolino e il rosmarino.

Unire il pomodoro tagliato a pezzetti e il concentrato.

Aggiungere un po’ di broda dei fagioli preventivamente bolliti, unitamente ai fagioli passati al setaccio (lasciarne da parte qualcuno intero, sia cannellino che borlotto, da aggiungere quasi a fine cottura)

Mettere tutte le verdure spezzettate e ben lavate, partendo da quelle che necessitano di maggior cottura (cavolo, fagiolini, sedano, bietola, carote, patate e, infine, le zucchine).

Aggiungete 4-5 ramaioli di acqua fredda, salate, pepare e fate bollire a fuoco lento per almeno 2 ore. A fine cottura trasferite una buona parte della broda di verdure in una grossa padella.

Incorporate il pane raffermo, tagliato a cubetti (lasciate da parte un po’ di verdura a fine cottura o per diluire il pane se si addensa troppo) e fate cuocere finché il pane si sarà completamente amalgamato alle verdure.

Servire ben calda e aggiungere olio Extravergine di Oliva a crudo, con una macinata di pepe fresco.

Il pane pasquale di Isia

Isia era originaria della zona dell’Orsigna, nell’Appennino Tosco Emiliano, poi, conosciuto Ruggero, si era sposata ed era andata ad abitare a Campo Tizzoro, villaggio costruito dagli Orlando per gli operai della loro grande industria metallurgica S.M.I.
Donna forte, eppure semplice, massaia dai grembiuli a fiorellini, era molto elegante e curata quando usciva; ornava i cappotti con spille dorate e colli di pelliccia che davano al suo bel viso un’aria da gran signora, aveva tra le mura domestiche un carattere ‘pepato’, ma sapeva anche ridere e sorridere ed era una chioccia i nipoti. La ricordo, oltre che con un immenso affetto, sempre con il mestolo in mano. O lo roteava nella nostra direzione a causa delle marachelle compiute o lo girava nei pentoloni sul focolare…

Nei giorni precedenti la Pasqua iniziava la grande lavorazione dei pani pasquali che dopo la benedizione in chiesa avrebbero costituito la base del pranzo del dì di festa.

Venivano ad aiutarla la sorella Elda, i figli Roveno e Silvano, la figlia Silvana, le nuore Elisabetta e Ietta, tutti quelli a disposizione, insomma. Noi bimbetti si assisteva con il naso sul tavolo e gli occhi spalancati verso la grande spianatoia.

Il profumo che si sprigionava dal forno a legna era meraviglioso: era come l’abbraccio della mia grande nonna.

Ricetta

INGREDIENTI (a occhio…)

  • ½ chilogrammo di farina 0
  • 1 ettogrammo di burro e 1 ettogrammo di zucchero
  • un pizzico di sale
  • uvetta a piacere
  • un goccio di cognac o sambuca
  • 2 uova intere
  • 1 bustina di lievito da dolci, o da pane, o lievito di birra
  • anacini a occhio
  • un poco di buccia di limone grattugiata

PROCEDIMENTO

Prendiamo la farina e mettiamola a fontana sulla spianatoia, aggiungiamo la buccia del limone grattugiata, lo zucchero, gli anacini, le uova, il burro sciolto a bagnomaria, il lievito sciolto nel latte, un goccio di cognac e impastiamo.

Poi aggiungiamo l’uvetta precedentemente ammollata. Si lavora bene bene fino a d avere un bel pane. Lo lasciamo lievitare venti minuti sulla spianatoia e intanto accendiamo il forno. I più fortunati useranno un forno a legna.

 

Prendiamo un foglio di carta gialla e lo ungiamo con l’olio di oliva. Ci mettiamo sopra il pane lievitato e mettiamo in forno a 180 gradi per 40 minuti.

 

 

 

 

 

 

 

Pesce spada al piatto

Questa ricetta per me ha il sapore nostalgico della famiglia d’origine, della Sicilia. Mi ricorda quando, da bambina, mia mamma mi portava al mercato del pesce perché… «Il pesce spada va comprato freschissimo» diceva, e voleva le tagliassero la fetta davanti a lei, dal pesce intero, con la testa e la spada perché… «Se il pescivendolo è birbante ti rifila una fetta di pescecane!»

Durante la cottura si sprigionava il tipico odore buono e profumato di pesce, lo riconoscevo subito quando tornando da scuola entravo in casa e lei mi sorrideva dicendomi che aveva fatto il pesce al piatto, quello che fa venire la “voglia di vivere” al solo pensiero di mangiarselo.

La ricetta

INGREDIENTI

  • una fetta di pesce spada fresco
  • pomodori datterini
  • uno spicchio di aglio
  • prezzemolo
  • olio e sale

PROCEDIMENTO

Procuratevi un tegame largo e basso e un vassoio tondo che sia sufficientemente grande da coprire il tegame, perché dovrete cuocere al vapore, e un coperchio adeguato a coprire il pesce nel vassoio.

Per prima cosa riempite di acqua il tegame e portate a ebollizione, nel frattempo lavate il pesce e mettetelo nel vassoio, sistemate attorno i pomodorini tagliati a metà per la lunghezza e l’aglio tagliato in quattro parti. Aggiungete prezzemolo, olio e sale.

 

Appena l’acqua bolle mettete il vassoio sul tegame e coprite con il coperchio. La cottura richiede circa un’ora (dipende dallo spessore della fetta di pesce spada). Di tanto in tanto aggiungete acqua nel tegame.

A cottura ultimata avrete un piatto sano e nutriente con il suo contorno.

Volendo, si accompagna bene anche con patate lesse.