In cerca di parole

Donne fra loro molto diverse, ma allo stesso tempo molto uguali, hanno appena terminato il primo dei “cammini di parole” organizzati con il laboratorio letterario di Voglia di Vivere. È stata una gran bella esperienza, coinvolgente perché attraverso gli esercizi di scrittura ciascuna ha avuto modo di scoprire alcuni aspetti meno evidenti della propria personalità, ma anche di dare forma a sensazioni che altrimenti sarebbero rimaste chiuse.

Donne uguali, dicevamo, assimilate dal piacere di mettersi a confronto prima di tutto con loro stesse, ma anche predisposte all’ascolto de l’“altra” arricchendosi vicendevolmente, e che proprio per questo possono meglio apprezzare le sfumature che differenziano ciascuna, rispettandole. Il risultato – quello che va oltre gli elaborati, peraltro di grande interesse – è stato il consolidarsi di un senso di amicizia che le trova accomunate nella condivisione di valori, aspettative, consapevolezza verso il futuro.

Presto il laboratorio letterario inizierà un nuovo ciclo di incontri, sempre finalizzato a generare parole che sappiano assecondare le nostre emozioni. Intanto un grazie per l’entusiasmo condiviso dalle prime partecipanti, dando appuntamento al prossimo laboratorio: perché ci sono ottimi motivi per continuarlo!

Con un sincero grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, il cui contributo ha permesso di alleggerire il peso della “reclusione”.

Per restare aggiornati telefonare o scrivere in Associazione

0573 964345, vogliadivivere@vdvpistoia.org

S.O.S...DECISIONI DA PRENDERE!

S.O.S…DECISIONI DA PRENDERE!

Un centinaio di anni fa, Albert Einstein rivoluzionò la fisica con la sua teoria generale della relatività. Rivelò che il mondo lineare che Newton aveva descritto era incredibilmente più complicato. Nell’ottobre 2017, il premio Nobel per la fisica è stato assegnato a scienziati i cui esperimenti sulle onde gravitazionali hanno dimostrato che Einstein aveva ragione.

Non di molto tempo fa la notizia che Jeff Bezos, fondatore di Amazon, non prende decisioni importanti dopo le 17:00. Questo perché ritiene di non essere abbastanza lucido per fare scelte ponderate.

Le nostre convinzioni

Il presupposto da cui tutti partiamo è che ognuno di noi decida basandosi sulla razionalità. In realtà, però, siamo influenzati da preferenze apparentemente irrazionali nel fare scelte sui benefici, i rischi, il tempo ed i compromessi. Di fatto queste sono piuttosto diverse da quelle che sarebbero previste da freddi, anche se precisi, calcoli quantitativi.
Le nostre convinzioni sono modellate dalle esperienze recenti e da eventi passati. Spesso sovrastimiamo le ridotte probabilità (come i rischi rari di un farmaco) rispetto a quelle di grandi dimensioni (come i benefici dei farmaci). La ragione è la stessa per cui molte persone temono di morire in un incidente aereo più che in uno automobilistico, anche se quest’ultimo è molto più probabile.

Fattori sociali, economici e politici e quelli che hanno a che fare con la “psicologia diffusa”, con la farraginosità del sistema burocratico e via discorrendo contribuiscono alle nostre idee. In una situazione in cui ogni decisione, dall’uso delle mascherine ai lockdown, dal lavarsi le mani alle vaccinazioni, per essere effettiva deve essere necessariamente “di massa”, quindi applicata da tutti con lo stesso grado, non si può non tenere conto della percezione diffusa del rischio, che quasi mai corrisponde con l’effettività del rischio calcolata su base statistica.

Prendere decisioni

In ogni momento della nostra vita siamo chiamati a prendere decisioni. Quante volte ci troviamo stanchi e spossati, incapaci di prenderne con lucidità a fine giornata? Quante altre siamo provati da ore di lavoro senza che si sia fatta alcuna attività fisica?
Secondo Baumeister e colleghi (1998) il presupposto di base è che la capacità degli esseri umani di controllare il proprio comportamento non è illimitata. Può andare incontro a esaurimento. In maniera analoga alla fatica fisica dopo uno sforzo, ogni scelta che la persona compie consuma una parte di risorse interne che non possono più essere utilizzate per processare le informazioni, ragionare sui problemi e, quindi, prendere decisioni.

Man mano che compie scelte, la persona consuma le risorse che quotidianamente ha a disposizione, arrivando a terminarle. In questo senso, quindi, la stanchezza derivante dal prendere decisioni assume il ruolo di indicatore che le risorse interne si stanno esaurendo.
Per quanto la stanchezza dovuta a scelte ripetute sia un fenomeno naturale è vero anche che, ad oggi, siamo esposti ad una quantità di situazioni in cui è richiesta una scelta molto più che in passato.
Una delle conseguenze più evidenti della fatica da decisione è che la persona diventa incapace di fare compromessi e di riflettere sulle opzioni a disposizione, arrivando ad assumere un atteggiamento passivo nei confronti di qualsiasi nuova situazione in cui debba decidere, facendo scelte che possono apparire impulsive o irrazionali.

Cosa ci può essere d’aiuto?

Informarsi, confrontarsi, fare tesoro delle esperienze passate, affidarsi alla scienza e a professionisti, sono alcune delle azioni che possono aiutarci ad alleggerirsi da questa fatica e poter indirizzare le nostre energie verso ciò che ci aiuta a star bene.

 

Claudia Bonari

 

Un concorso tira l’altro

Con maggio iniziano a maturare le ciliegie, frutto preziosamente saporito che induce ai piccoli peccati di gola, quanto mai appropriati visto che… il 22 maggio ci troveremo per parlare allegramente anche di “gola”.

Siamo infatti arrivate alla resa dei conti con i due concorsi promossi in autunno (In cucina fra le sponde del Mediterraneo  e Sento, vedo, racconto la camminata che vorrei): conti fatti con l’aiuto delle rispettive giurie, ovvero quelle ufficiali del concorso di cucina, quelle del concorso fotografico e anche dalle giurie popolari che hanno votato dalla nostra pagina Facebook sia per la gara di ricette sia per quella delle foto.

Ecco, vi abbiamo riepilogato il perché ci sarà da fare festa, non resta che vederci sabato 22 maggio alle ore 16,30: non prendete impegni, raggiungeteci al Parterre di Piazza San Francesco dove, oltre alla premiazione dei partecipanti alle gare, ci saranno ad attendervi altre simpatiche sorprese, frutto della sinergia di intenti fra noi, la Filarmonica Pietro Borgognoni e Giorgio Tesi Group.

E poi, chissà, che ispirati dalle ciliegie – una tira l’altra! – non riusciremo a far venire anche a voi la voglia di partecipare alle prossime edizioni!

 

Primavera e speranza per affrontare la stanchezza da pandemia

Far germogliare la speranza…

Il concetto di speranza è da sempre stato presente sin dalla storia dei popoli ed il suo significato ha assunto declinazioni diverse nei tempi e nelle culture. Una delle varianti del mito di Pandora riporta che il vaso di cui si narra all’origine contenesse tutti i beni lasciati dagli dei all’umanità. A causa della sua curiosità però questi tornarono nell’Olimpo lasciando sulla terra soltanto la speranza che restò come unico conforto agli uomini.

Comprendere e coltivare il ruolo della speranza nella vita porterebbe a un radicale cambiamento nel modo di pensare e di approcciarsi a tutto ciò che accade.

Primavera e speranza per affrontare la stanchezza da pandemia

L’arrivo della primavera porta con sé un messaggio di speranza che può aiutarci a superare le sofferenze che questo periodo inevitabilmente produce. Coltivare la speranza, così come si piantano semi e si custodiscono i primi germogli che richiamano alla vita, può essere un buon esercizio per guardare un po’ più in avanti pur rimanendo ancorati al presente.

È passato un anno da quando il Covid-19 ha messo in pausa le nostre vite. E riavvolgendo indietro il nastro, ricordiamo la scorsa primavera in cui timidamente osservavamo la natura sbocciare dalla finestra. E adesso possiamo chiederci: Cos’è cambiato? Dopo un’estate, che abbiamo vissuto come la fine di un brutto sogno, siamo di nuovo in preda all’insicurezza, ai timori. Un sentimento che ci fa sentire come sospesi e giorno dopo giorno ci sentiamo sempre più fiacchi e sfiduciati. I sintomi a cui abbiamo accennato fanno parte di quella che gli esperti hanno definito “Pandemic Fatigue”: una sindrome che l’OMS ha definito come “Una sensazione naturale di stanchezza e sfinimento dovuta a uno stato di crisi prolungato”. Un nuovo modo di essere stanchi, una stanchezza mentale che immobilizza rischiando di farci cadere nella rassegnazione. È come se il virus avesse “contagiato” anche la mente, facendoci sentire apatici, demotivati e incapaci di sostenere il peso della situazione.

Cosa possiamo fare ora per superare tutto questo?

Oggi, a distanza di un anno, siamo ancora in balia di restrizioni, al momento unica via d’uscita dal virus, e nell’attesa dei vaccini. Ma questa primavera appena sbocciata può essere un’occasione per eliminare tutti i pesi mentali che affaticano la nostra anima e per affacciarci all’energia della rinascita.

La primavera, la speranza che ci aiuta a non arrenderci di fronte alle difficoltà e ci fa tornare la voglia di vivere: alla natura non importa del Coronavirus, non si ferma, continua il suo ciclo vitale e ci rallegra con i suoi fiori profumati. Un’esplosione di colori e luci che mette di buonumore ed accende anche le aree più antiche del nostro cervello. Senza che ce ne rendiamo conto la primavera fiorisce dentro di noi.

Claudia Bonari

Dubbi tempestosi

Sveliamo o non sveliamo? Questo il dilemma che ci tormenta! Noi sappiamo già come sono andate le cose ai concorsi “A tavola con la tradizione. In cucina fra le sponde del Mediterraneo”  e “Sento, vedo, racconto la Camminata che vorrei”, e non ci dispiacerebbe raccontarvelo. Però… non pensate anche voi che lasciare un po’ di suspense intorno ai risultati concorra a generare un’aura di fascino misterioso?

Quindi, se il voto della giuria popolare potete vederlo subito dalla pagina Facebook di Voglia di Vivere (per le ricette clicca qui, per le foto clicca qui), per conoscere l’esito finale con il giudizio delle giurie ufficiali dovrete invece attendere… cosa? vi starete chiedendo.

Lasciateci ancora civettare un po’, ci proviamo gusto a far le misteriose! Tanto sapete bene che, come sempre, stiamo lavorando per svelare i misteri in modo che diventi un momento da ricordare.

 

 

 

 

Cammini di parole

Quello che ci avviamo a intraprendere è un nuovo cammino, che ci avvicina all’uso di uno strumento che ci supporta nella scoperta del nuovo, del nostro nuovo. Il laboratorio letterario ha proprio questo scopo, ovvero alimentare la già rigogliosa “comunità del benessere” attiva in Voglia di Vivere con un nuovo tassello, che darà ulteriore vigore e colore alla bella realtà cittadina.

Perché il laboratorio letterario? Lo abbiamo già raccontato in altri articoli, argomentando sia i motivi che ci hanno indotte a volerlo sia i benefici che può assecondare nelle nostre emozioni. Amiche e amici di Voglia di Vivere, non resta che prendere carta, penna e… mettiamoci pure il calamaio, per iniziare questa nuova avventura!

  • Dove: non appena sarà possibile organizzare gli incontri in presenza, lo faremo alla sede di Voglia di Vivere. Nel frattempo ci troveremo sulla piattaforma GoogleMeet.
  • Quando: abbiamo pensato a un ciclo di 4 incontri di circa 90 minuti ciascuno, con cadenza quindicinale (perciò della durata complessiva di 2 mesi), terminato il quale ne inizierà un altro, e così via. A cambiare sarà il tema trattato in ogni ciclo, e se ci prendete gusto potete partecipare… all’infinito. In fondo, la continuità è una prerogativa di tutti i servizi offerti da Voglia di Vivere.
  • Come partecipare: è facile, basta telefonare o scrivere in Associazione (0573 964345, vogliadivivere@vdvpistoia.org) e prenotarsi. Le iscrizioni per le socie e i soci Voglia di Vivere sono gratuite, per gli altri sarà richiesto un piccolo contributo.

Le camminate fanno parte di noi, anche quando si tratta di cammini fatti di parole: noi siamo pronte a partire, come sempre insieme!

 

L'emozione non ha voce...ma è proprio così?

L’EMOZIONE NON HA VOCE…ma è proprio così?

Il titolo della canzone di Adriano Celentano offre un invito perfetto per riflettere insieme sulla ricchezza della nuova iniziativa proposta da Voglia di Vivere con l’Atelier della Parola.

 

Chi di noi non ha mai, almeno solo provato, a tenere un diario che raccogliesse le proprie emozioni ed i propri pensieri come un consigliere silenzioso e fidato?

 

Quello che per molti è nato come un passatempo adolescenziale, in realtà rappresenta uno strumento potente. Permette di entrare in contatto con sé stessi, elaborare i vissuti, anche quelli traumatici e poterli leggere sotto una nuova luce.

 

Cosa rappresenta la scrittura…

 

“La scrittura non è magia ma, evidentemente, può diventare la porta d’ingresso per quel mondo che sta nascosto dentro di noi. La parola scritta ha la forza di accendere la fantasia e illuminare l’interiorità”, questo sosteneva Aharon Appelfeld, scrittore israeliano.

 

Numerosi studi scientifici riportano che nel momento in cui cerchiamo di dare un nome ed un significato alle emozioni, stiamo attivando le funzioni della neocorteccia. Questo ci aiuta a decifrare quello che è il linguaggio più antico del nostro corpo.

 

Lo psicologo statunitense J. Pennebaker, attento studioso della “scrittura espressiva” sosteneva come questa fosse un potente strumento di guarigione. Permette infatti di far esprimere la parte più profonda di sé, sviluppando la capacità di osservarla con maggiore equilibrio e distacco emotivo.

 

Non dobbiamo aspettarci, tuttavia, effetti immediati. Dobbiamo lasciar il tempo di far emergere e lasciar sedimentare. Dopo qualche ora o al più qualche giorno, i benefici ottenuti si faranno ben sentire, diminuendo i livelli di stress e migliorando lo stato e la percezione di salute globali.

 

La guida esperta di Alessandra saprà accompagnare in questo viaggio dentro di sé, di ascolto del proprio corpo e dei propri pensieri. Facendo tesoro di quello che emerge nel qui ed ora lo potremo poi riformulare in una nuova forma. Sarà importante rispettare i propri tempi e le proprie modalità per accostarsi a quei vissuti che emergeranno in questa possibilità nuova e diversa che sa tanto di libertà.

 

Claudia Bonari

Sorpresa!

Siamo donne mobili, quali piume al vento… passiamo dal rosa al verde come davanti a un semaforo, e se poi questo diventa giallo, mica ci fermiamo: imperterrite andiamo avanti per la nostra strada, perché dopo uno “allerta!” c’è sempre l’occasione per ripartire.

Ecco allora che ci prepariamo a ingranare la marcia per una nuova sorpresa, questa volta tutta gialla, e pure dolcissima. Ci siamo lasciate coccolare da “Le dolcezze”, con le quali abbiamo in comune la voglia di combinarne di tutti i colori, uno per ogni Voglia di… vivere o golosare, che in fondo hanno fra loro molte affinità: a chi non piace la piacevolezza?

Molto noto a Pistoia per lo splendido assortimento di cioccolato, “Le dolcezze” ci ha proposto di confezionare per noi un uovo pasquale, così da permettere a tutte le amiche e amici di Voglia di Vivere di restare sempre vicini.

Pur confidando che il prossimo futuro possa portare benevole sorprese, permettendo di trovarci alla tradizionale merendina di Pasquetta, intanto mettiamo le mani avanti – come si conviene a chi è abituato a fare cultura della prevenzione e ci prepariamo alla vicinanza virtuale con il bellissimo uovo che Le Dolcezze confezionano… su misura per noi! Vuoi saperne di più? Ecco la carta di identità del nostro uovo:

Non resta che prenotarlo. Anzi, prenotarne quanti ne vuoi entro il 31 marzo!

Inoltre, sorpresa nella sorpresa… il 1° aprile (non è uno scherzo!) ci sarà una lotteria con molti premi: i primi tre sono uova di cioccolato veramente “di peso”, belle e doppiamente buone perché anche il ricavato della lotteria servirà a sostenere le attività che Voglia di Vivere assicura alla cittadinanza.

Come fare per avere le uova? Facile, telefonate in Associazione o inviate una mail per fissarle e concordare il ritiro, oppure rivolgetevi a Morena (cell. 348 611 8795, anche Whatsapp).

Il pagamento può essere eseguito con una delle modalità previste online, oppure in contanti al momento del ritiro (sempre previa telefonata per fissare l’appuntamento).

 

 

Materiali del corso

Da questa pagina – in aggiornamento – potete scaricare alcuni dei materiali utilizzati per il corso.

Intanto sono disponibili le slide di accompagnamento all’intervento della D.ssa Laura Vagnoli, Psicologa servizio psicologia pediatrica Ospedale Meyer (sabato 30 gennaio, “Formazione continua e crescita personale”): Vagnoli_insieme per l’oncologia_2021

 

Altro materiale in via di elaborazione

Soltanto gli imbecilli non lo sanno

Leggendo il titolo avrete pensato che a Voglia di Vivere siamo impazzite: usare certe parolacce! Che screanzate! Ma no amiche, non inquietatevi perché tutto è sotto controllo, tanto è vero che abbiamo attinto alle parole scolpite sulla carta da una delle più belle figlie di Pistoia, che troviamo perfette per introdurre un tema che ci sta tanto a cuore, ovvero narrare la nostra… pazienza (nel senso di esperienza come pazienti!).

Perciò andiamo avanti serenamente nella lettura, predisponendo l’animo ad accogliere l’essenza di una delle tante riflessioni ricevute in dono nella preziosa eredità culturale di Gianna Manzini: «La malattia è ricchezza. Soltanto gli imbecilli non lo sanno. Mai la vita è così ardente, così copiosa, così avida come nella malattia. Apre mille prospettive, con mille incroci, con mille probabilità, la malattia.» (la citazione è tratta dal romanzo “Sulla soglia”, pubblicato nel 1973).

Pur meritando tutta la nostra attenzione, come ogni altro lavoro della illustre concittadina, non vogliamo qui recensire quelle pagine, sarebbe riduttivo e poco rispettoso della nostra amica Gianna. Piuttosto, vogliamo prenderne spunto per rivolgere a voi un invito, a raccontare il vostro pensiero su questo argomento: la malattia, quel percorso che avete intrapreso per rinnovare la Vita.

Un percorso dal quale Voglia di Vivere è stata generata, e al quale costantemente rinnova attenzione. Questa volta lo fa mettendo a disposizione una nuova occasione da vivere insieme per condividere emozioni, pensieri, esperienze: l’Atelier della Parola, un laboratorio di scrittura – e, perché no, anche di lettura – in cui sarete libere di raccontare tutto quello che vi passa per la testa, realizzato grazie alla preziosa collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.

Nel laboratorio di scrittura, come vero per ogni altra attività in associazione, sarete assistite da una professionista del settore – in questo caso Alessandra Chirimischi – che saprà suggerirvi qualche dritta utile a far sì che le vostre parole possano essere valorizzate con la bella scrittura. Ecco un altro esempio di resilienza creativa, per trasformare il dolore in preziosa risorsa.

Inoltre, per chi lo considerasse utile, il percorso di scrittura potrà essere approfondito con il supporto della nostra psicologa Beatrice De Biasi.