La dietista consiglia

L’ambulatorio di consulenza nutrizionale di Voglia di Vivere fa capo a Lisa Sequi, alla quale potete rivolgervi in associazione, ma che già da qui offre alcuni preziosi suggerimenti alimentari, per far sì che… l’appetito sia buono!

Cocomero. È noto per essere un frutto a basso potere calorico, solo 15 kcal ogni 100 grammi in quanto ricchissimo in acqua, tanto che la porzione suggerita è pari a 450 grammi senza buccia. Si pensi che il peso di un frutto medio come la mela è considerato pari a 150 grammi, quindi circa un terzo del peso del cocomero. È un ottimo ingrediente per preparare acque aromatizzate, ma può essere utilizzato anche in originali insalate. Come preparare un’acqua aromatizzata all’anguria: versare in un barattolo di vetro 5 o 6 cubetti di questo frutto. La quantità da utilizzare dipende dalle dimensioni del barattolo e dall’intensità di sapore desiderata: per ottenere un effetto rinfrescante, insieme all’acqua unite anche qualche fogliolina di menta. Insalata estiva: tagliare l’anguria a cubetti o a piccole fette sottili, e aggiungete del pecorino o della feta, secondo il vostro gusto! L’abbinamento è insolito, ma con l’aggiunta di un cetriolo, un pizzico di sale e un filo di olio, il successo a tavola è assicurato. Volendo possono anche essere aggiunte delle spezie per esaltare il gusto della vostra originale insalata.

Melone. È molto poco calorico, non contiene grassi e come il cocomero è ricco in acqua, vitamine e sali minerali. Per 100 grammi di porzione ha soltanto circa 30 calorie che si riducono ulteriormente a circa 20 ogni 100 grammi nel caso del melone d’inverno, caratteristico per la sua polpa bianca dal gusto fresco. La porzione suggerita è pari a 250 grammi senza la buccia che corrispondono a 2-3 fette

Questo dolcissimo frutto è naturalmente adatto per come dessert, ma sa dare il meglio di sé quando diventa… marmellata, o si sposa con un drink. Oltre ai classici utilizzi (come frutta a fine pasto o la solita variante con prosciutto crudo) è possibile utilizzarlo con successo in cucina, per preparare risotti estivi e piatti salati ma anche per dare un tocco creativo alle insalate.

Pesca. Le pesche sono frutti tipicamente estivi, dal gusto dolce e aromatico, ricche di acqua, fibre, sali minerali (soprattutto potassio) e vitamine (in particolare A e C). Hanno un elevato contenuto di fibre ed in particolare di pectina, una fibra solubile aiuta a regolarizzare le funzioni intestinali. Ne esistono diversi tipi, che differiscono per dimensioni, adesione del nocciolo alla polpa, colore della pasta, colore della buccia e presenza superficiale di peluria.
Con la stagione calda aumenta il nostro fabbisogno di acqua; non sempre riusciamo ad aumentare la sua introduzione, un po’ per pigrizia, un po’ perché non sempre ci piace bere l’acqua e basta e avremmo voglia di qualcosa di più sfizioso e rinfrescante.

Vi propongo di seguito un’alternativa interessante, a base di acqua naturale o frizzante, secondo il vostro gusto personale, per fare una bevande aromatizzata naturale e casalinga, l’acqua di pesca, la cui preparazione è molto semplice: non dovrete fare altro che lavare, sbucciare e tagliare a fettine una pesca matura. Versate le fette di pesca in una brocca o in uno o più barattoli e lasciatele riposare in frigorifero almeno per un’ora, in modo che l’acqua possa aromatizzarsi. Per la preparazione delle acque aromatizzate vi serviranno dei barattoli di vetro con coperchio a chiusura ermetica ben puliti (meglio ancora, sterilizzati in acqua bollente) o delle brocche. Potrete filtrare le acque aromatizzate prima di berle e recuperare la frutta per preparare una macedonia, un gelato fatto in casa o del muesli per la colazione. Un altro utilizzo delle pesche è come veloce dessert: sarà sufficiente cuocerle in forno con aggiunta di poco zucchero di canna integrale, vino liquoroso e una spolverata di amaretti sbriciolati!

Albicocca. È ricca di vitamine e in particolare di carotenoidi che sono i precursori della vitamina A, nota per le sue proprietà favorenti la protezione della cute e potenzianti la capacità visiva. L’albicocca è ricca inoltre di sali minerali quali magnesio, fosforo, ferro, calcio e potassio, oltre ad acqua e fibre. Una porzione di albicocche corrisponde a circa 200 gr, ovvero 3-4 frutti secondo le dimensioni.

Anche per le albicocche suggerisco utilizzi come dolce dessert a fine pasto, in particolare sono ottime le albicocche secche, e bevande aromatizzate. Un’alternativa interessante può essere quella di utilizzarle per i centrifugati o per dei frullati: i primi necessitano solo di acqua e polpa, per i secondi si utilizza latte, di mucca o vegetale. Non dimenticate il ghiaccio, ovviamente, se lo volete bello freddo, da gustare magari all’aperto.

Fico. I fichi sono frutti dolci e molto nutrienti, ricchi di vitamine e sali minerali, tra cui il calcio utile alla salute delle ossa. I fichi secchi hanno una maggiore concentrazione di calorie e zuccheri dovuta alla mancanza di acqua, che viene persa nel processo di essiccazione. Le proprietà nutritive sono le stesse dei freschi ma i fichi secchi contengono molte più calorie, quindi bisogna consumarli con più moderazione soprattutto se non vogliamo aumentare di peso.

Oltre al classico utilizzo come frutta a fine pasto o sfiziosa merenda, vi consiglio di consumarli in confettura fatta in casa, oppure in un originale risotto ai fichi, o addirittura come antipasto sotto forma di un carpaccio di fichi: in questo caso vengono abbinati alla mozzarella, al parmigiano in scaglie e ad erbe aromatiche come il rosmarino. Se gradito si può aggiungere del pepe nero e del pepe verde per condire.

Cetriolo. La polpa pressoché incolore è ricca di acqua (95% del totale), vitamine e sali minerali. Il cetriolo fresco è una buona fonte di fibre utili per la regolarità intestinale. Il loro impiego in insalata è consigliato durante il periodo estivo proprio per la loro proprietà dissetante, ma sono ottimi da proporre semplicemente tagliati a rondelle, quasi a ricordare la forma delle patatine, e mangiati senza condire come sfizioso aperitivo! Se volete una dissetante acqua di cetrioli e limone ve ne serviranno di freschi, da preparare in barattoli: per ogni barattolo basteranno quattro o cinque fettine sottili di cetriolo e due o tre fette o spicchi di limone. Per arricchire di gusto la bevanda, unite anche qualche fogliolina di menta.

 

dormire bene

DORMO QUINDI SONO

Perché bisogna dormire?”

Può sembrare facile rispondere a questa domanda ma spesso ci accorgiamo di quanto sia importante dormire bene (e di quanto sia difficile farlo) soltanto quando non ci si riesce più. In un’epoca in cui le persone devono rispettare tempi sempre più veloci, concedersi momenti di quiete è come una sfida ma diventa sempre più necessario per rafforzare il sistema organico.

Di per sé, il sonno, è un processo fisiologico che rappresenta un momento fondamentale di rigenerazione, di pausa e di eliminazione delle tossine e regolazione del metabolismo. Facilmente, però, è sottoposto a turbamenti a carico di fattori organici, psicologici e/o ambientali.

Durante il sonno, infatti, i ritmi biologici rallentano, l’organismo recupera le energie spese durante la giornata, il Sistema Nervoso riduce al minimo la sua attività a favore del Sistema Immunitario che, invece, la incrementa: la temperatura si abbassa, il metabolismo rallenta, la pressione sanguigna di stabilizza ed i tessuti si rigenerano.

A seconda dell’età anagrafica si ha bisogno di dormire una quantità di ore diversa per notte e il fabbisogno di riposo è una caratteristica individuale. Il passaggio dallo stato di veglia al sonno è regolato da una tempistica che varia da persona a persona e, in ognuna, può variare a seconda dell’età e del momento della vita.

Il primo accorgimento è quello di individuare le proprie esigenze di riposo e far di tutto per rispettarle poiché le variazioni (risvegli anticipati o lunghe notti senza sonno), così come livelli insufficienti di sonno e disallineamento circadiano, rappresentano un’alterazione dell’equilibrio naturale e possono portare, a lungo andare, a disturbi del sonno, insonnia e, più in generale possono influire negativamente su molti processi corporei, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari, oncologiche e diabete. Seguire il ritmo fisiologico naturale è di fondamentale importanza per non ritrovarsi stanchi e sonnolenti già di prima mattina, compromettendo il proprio tono dell’umore ed anche le proprie relazioni sociali.

Se anche i sonnellini possono portare ristoro, questi non possono sostituire il sonno durante le ore notturne: il nostro organismo è programmato per dormire di notte e per attivare in quelle ore tutti i processi di sostegno alla salute che sono biologicamente determinati.

Nello studio recentemente pubblicato su Sleep Medicine, i ricercatori sostengono che, in persone che, prima dello studio si coricavano molto tardi, anticipare la sveglia e coricarsi due ore prima rispetto al solito, ha comportato miglioramenti in termini di benessere mentale e fisico. Dalle analisi condotte è risultato che i partecipanti allo studio hanno migliorato le prestazioni cognitive con tempi di reazione più veloci e livelli più bassi di depressione, stress e sonnolenza nella mattinata. I ricercatori consigliano, quindi, di stabilire routine semplici che portino a regolare gli orologi interni migliorando la propria salute fisica e mentale complessiva.

Queste consapevolezze, insieme al caldo di questa estate che sta arrivando ma che, prepotentemente, si è già presentato ed inevitabilmente aiuta a rallentare i ritmi, possono essere prese come tempo per recuperare le energie e dare ristoro al nostro corpo e alla nostra mente.

Claudia Bonari

Fai bei sogni

Nonostante tutto: ecco la chiave di lettura per questo libro, una filosofia di vita da applicare a ogni genere di situazione possa capitarci. A sedurre è una storia di dolore, perché di questo si tratta, ma proprio per questo riesce a rapire l’anima del lettore, attivando tutta l’empatia che sia possibile provare verso un bambino sofferente e verso i condizionamenti che porterà con sé per tutta la vita. È la storia in cui, se non tutti, molti si vedono come riflessi in uno specchio: poteva non essere coinvolgente? Una storia vera, vissuta e raccontata da Massimo Gramellini nel suo libro Fai bei sogni, il cui successo è stato determinato non soltanto per la nota abilità con cui sa giocare con le parole, bensì proprio da ciò che la storia rappresenta: una confessione, una condivisione nella fatica del crescere in cui ciascuno a modo proprio si identifica. Perché crescere è faticoso, anche se… nonostante tutto (o forse proprio per questo?) possiamo farcela, se mai smettiamo di sognare.

Quel nonostante tutto fa mutare ogni prospettiva, induce a riflessioni profonde sul fatto che, ci piaccia o no, la vita è un divenire, un banchetto in cui ci sono offerte sia vivande gradevoli sia sgradite. Piaccia o no, non sempre ci è concesso di scegliere, dobbiamo quindi imparare a convivere anche la sorte avversa, e con tutto ciò che comporta. Niente, però, può toglierci la bellezza dei nostri sogni, del voler continuare a coltivare la nostra voglia di vivere… nonostante tutto.

Alessandra Chirimischi

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Piccole grandi passioni

Frutto saporitamente sensuale, il ciliegia inizia a raccontarsi con la delicatezza dei petali color rosa pallido da cui sarà generata, dopo che l’albero si sarà acceso nelle tinte forti da cui si alimentano anche le storie che dipingono la ciliegia, talvolta come frutto del peccato, altre volte come omaggio ed esaltazione della bellezza femminile. Così, il ciliegio è prima di tutto una leggenda, arrivata fino a noi dal Medio Oriente grazie al palato fine dei nostri avi Romani che – per nostra fortuna! – la diffusero per le terre dell’Impero. Colombo e successori fecero il resto, così che oggi il ciliegio è una pianta che si trova in molte parti del mondo. Una pianta che porta con sé storie affascinanti, ma razionalmente smontate dai botanici nel momento in cui ne hanno ridotto la suadenza a meno nobile rango, classificando la pianta nel genere dei prugni: la varietà Prunus avium, comunemente coltivate a frutto dolce, e la Prunus cerasus con le tipologie di ciliegia più acidula, come visciole o amarasche.

Il periodo di maturazione va da maggio ad agosto, a seconda del tipo di pianta e delle zone in cui cresce, ma si può utilizzare in moltissime maniere: sotto spirito, sciroppata, trasformata in gelatine o confetture, essiccata o candita… e in ogni modo sarà sempre un gran piacere gustarla.

Alessandra Chirimischi

 

Social network

Le buone informazioni

Quanto è importante avere informazioni corrette sulla salute?

Secondo l’ultimo rapporto Censis, circa una persona su tre utilizza il web per avere informazioni sulla salute. In particolare, il 90,4% ricerca sintomi e cause di specifiche patologie.

Questi dati allarmanti hanno portato l’Istituto Superiore di Sanità a creare un portale (https://www.issalute.it/index.php/falsi-miti) volto a smascherare bufale, falsi miti e convinzioni pseudoscientifiche dannose per la salute.

Nel web si trova ogni informazione ed il suo contrario. Proprio per il contenuto che ogni notizia porta, vengono agganciate emozioni che hanno un impatto potente e tanto devastante quando si è già in una situazione di sofferenza e preoccupazione per la salute.

Nel sito dell’Istituto Superiore di Sanità, sono già state smascherate 150 “notizie” alle quali è stata data una spiegazione scientifica a sostegno del fatto che siano bufale.

Sul portale, poi, sono presenti quattro sezioni: “La salute A-Z”, “Stili di Vita e Ambiente”, “Falsi miti e Bufale” e “News”. Queste possono orientare il cittadino a trovare l’informazione inerente a ciò che sta cercando.

La cattiva informazione porta, con maggiore probabilità, le persone a fare scelte pericolose per la propria salute e per quella della propria famiglia. Promuovere senso critico è un obiettivo che ogni società che si voglia ritenere avanzata, deve rivolgere a ogni membro che la compone. La consapevolezza permette ad ognuno di compiere scelte coerenti con le proprie necessità ed i propri valori.

La questione delle bufale è un fenomeno che, con l’utilizzo sempre maggiore dei Social Network, ha avuto un incremento esponenziale creando confusione e disinformazione. In un mondo che sta facendo della velocità e del “non avere tempo” le proprie caratteristiche, le persone, spesso, non hanno voglia o tempo di approfondire e si fermano ad un livello superficiale. Su questo terreno fertile la “cattiva” notizia trova spazio e favorisce un vortice di preoccupazione, ansia e rabbia.

Consultare le fonti ufficiali che si basano su competenze e conoscenze scientifiche, porre domande ai curanti e non fermarsi alla prima notizia ma approfondire con professionisti qualificati del settore, può essere davvero ciò che aiuta ad avere una risposta soddisfacente e coerente con i bisogni emersi.

Tutto questo vale sempre, tanto più quando si parla di salute!

Claudia Bonari

A bottega dal Maestro di Cazzeggio

Si fa presto a dire “cazzeggio”, ma mica penserete di poterlo fare così, senza alcun criterio o logica: un cazzeggio degno di esser tale – quello serio – va fatto con tutti i crismi, che diamine! Perciò, come ogni altra attività che si rispetti, richiede adeguato periodo di apprendistato, pur riconoscendo che taluni siano naturalmente predisposti a farlo mentre altri no: in ogni caso, l’arte va sempre affinata per renderla protesa a divenir perfetta…

Come avrete notato – se ci frequentate abitualmente – il modo in cui ci esprimiamo è inconsueto rispetto al solito, ma dopo aver letto il libro “A bottega dal Maestro di Cazzeggio” e aver fatto tesoro dei suoi insegnamenti, non potevamo esimerci dal giocare un po’ con le parole! Avete già capito che questo libro ci è piaciuto molto, vero? E ci è piaciuto non solo perché, in quanto libro, rappresenta di per sé un viatico a star bene, ma anche per la piacevole ironia con la quale è scritto, che diventa il naturale viatico alla via del cazzeggio fatto come… gli dei, nessuno escluso, comandano! E se l’umore è buono, è cosa nota, stiamo proprio meglio.

A istruire sul grande gioco del cazzeggio è Massimo Tallone, personaggio che conosce così bene le parole da poter giocare con loro, fornendo simpaticamente ai neofiti le nozioni iniziatiche, e perfezionando i più esperti verso la sublimazione dello stare piacevolmente insieme agli altri. Il libro è strutturato in 32 lezioni, con le istruzioni basilari: come fare per ottenere i risultati migliori (a cominciare dalla scelta di vino più adatto ad accompagnare ogni occasione), ma anche come “sgamare” un cazzeggiatore fasullo che, manchevole dei requisiti necessari a partecipare al gioco, rovinerebbe di sicuro l’atmosfera.

È un vero e proprio manuale per sopravvivere con successo nella nostra società malata, è una via di fuga dalle tensioni, e se a suo tempo avete apprezzato il “Manuale delle Giovani Marmotte”, sarete oggi facilitati nell’apprezzare – traendone gli opportuni benefici – le lezioni di Massimo Tallone. Esilarante!

Alessandra Chirimischi

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Delicato, come un mughetto

Quei piccoli, gustosi, teneri germoglini verdi che spuntano in primavera… ma quanto saranno buoni! Lo sapevano bene anche gli antichi Egizi, e ancor più li apprezzarono i Romani che ne erano golosissimi – pare che, fra i grandi estimatori, ci fosse pure Giulio Cesare! – e che contribuirono a diffonderli in Italia e nella Francia meridionale: i germogli in questione sono gli asparagi, pianta assai diffusa nelle fasce a clima temperato di Europa e Asia. La pianticella ha fiori minuscoli e verdi, che ricordano un po’ i petali del mughetto, con il quale ha in comune l’appartenenza alla famiglia delle liliacee.

L’Asparagus officinalis si trova in diverse varietà (a seconda del metodo di coltivazioni si possono avere asparagi bianchi – cresciuti interrati – e anche il violetto, o quello d’Alemagna per citarne alcuni), ma in assoluto il più diffuso è l’asparago verde (o asparago comune), tanto più pregiato quanto più è estesa la sua parte commestibile, quella tenera e carnosa. Alcune varietà precoci si trovano già verso febbraio, ma va in crescendo con l’arrivo della primavera fino ad arrivare al culmine fra maggio e giugno.

Sempre in questo periodo, e volendo abbinare al gusto dell’asparago una salutare passeggiata su terreni aridi e rocciosi, si può raccogliere la varietà selvatica, che si presenta più sottile e con foglie appuntite: prima di raccoglierla è bene però imparare a riconoscerla con sicurezza, e in caso abbiate incertezze su ciò che avete trovato… fatela vedere da un erborista fidato prima di cucinarla e mangiarla! Coltivati o selvatici che siano, questi deliziosi frutti primaverili si conservano bene in frigo per diversi giorni: basta avere l’accortezza di avvolgere le basi in un panno umido e poi riporli in una busta di carta prima di sistemarli nel piano per la verdura.

Gli asparagi a tavola sono molto generosi, non solo per le loro proprietà nutrizionali ma anche per i tanti modi in cui si prestano a essere preparati: al solito, basta un po’ di fantasia… et voilà, l’asparago è servito!

Alessandra Chirimischi

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Primavera: “Splendere di nuovo”

Primavera: “Splendere di nuovo”

La vita invita, talvolta obbliga, a rinnovarsi, rimettersi al mondo cambiando se stessi e le cose intorno. Un po’ come la primavera, con il suo mutare dalle giornate più buie a quelle più luminose, dai colori più scuri a quelli più vivaci e vari.

Ognuno è chiamato a ricominciare più e più volte nella vita, a causa di un dolore, di un cambiamento o di un obiettivo che chiama al suo raggiungimento. La possibilità di rimettersi al mondo è data ed è una continua opportunità per rinascere ma nonostante la capacità e predisposizione alla rinascita ed alla trasformazione, «passare sopra la propria vita senza addentrarvisi può accadere con molta facilità» afferma Zambrano, una delle voci più significative della filosofia contemporanea.

Il rischio, in una vita che sfugge velocemente, è di vivere non pienamente, in un tempo che scompare prima che che si riesca a cogliere.

La consapevolezza di ciò che accade è quello che permette di vivere l’occasione del tempo dato, che non è necessariamente un tempo straordinario, ma è comunque un tempo in cui conta la capacità di accorgersi che la vita non è mai banale, senza dar niente per scontato.

Bloccarsi senza speranza, sopravvivendo nell’insoddisfazione, disinvestendo dalle proprie capacità, restando spettatori della propria vita magari pieni di rimpianti, rappresenta ciò che porta, se non ci si ferma, a lasciarsi travolgere dal tempo senza che se ne possa cogliere l’essenza.
Rimettersi al mondo più e più volte è difficile e spesso doloroso, necessita di dover rischiare, di trovare ed affidarsi ad un coraggio che seppur ridotto, è ciò che permette di fare come la fenice che risorge dalle proprie ceneri.

Mettersi in discussione significa cogliere la possibilità di rimaneggiare la materia che si ha tra le mani, ovvero la propria esistenza, osservando da un punto di vista sempre diverso, ascoltando le sensazioni, i desideri e le domande che sorgono in ogni momento. Ascoltarsi ed ascoltare il mondo intorno a sé dà la misura di ciò che si può cambiare di sé per adattarsi sempre più ai cambiamenti che la vita propone.

L’essere felici ha a che fare anche con l’accettare i limiti, convogliando le energie in ciò che è possibile cambiare e che è davvero importante. Rimettersi al mondo è frutto di tante azioni che oscillano fra il dischiudersi dell’esistenza e lo stare nell’ignoto.
Si può imparare dalle piante, dai fiori, che in questo periodo insegnano che, nonostante un rigido e faticoso inverno, ogni primavera si può ricominciare con una nuova esplosione di colori e di odori.

Claudia Bonari

La versione di Fenoglio

Si fa presto a dire “giallo”… anche se il libro di cui stiamo per parlare risponde pienamente ai criteri letterari che questo genere prevede, ovvero una narrazione su misteriosi delitti e indagini poliziesche, strutturata per creare una suspense tale da tenere il lettore inchiodato al libro, e col fiato sospeso. Il fatto è, però, che definire “giallo” La versione di Fenoglio è un modo riduttivo di presentarlo. Certamente il suo autore, Gianrico Carofiglio, molta ispirazione l’ha trovata nella sua esperienza di magistrato, resta chiaro dalle numerose citazioni della legge, che danno valore all’operato del protagonista, carabiniere ormai vicino alla pensione.

A colpire di più, però, è il costante richiamo a ciò in cui tutti ci troviamo – o dovremmo trovarci – coinvolti: la quotidianità, le cose che abbiamo intorno, ciò che diamo per scontato e che, invece, meriterebbe più attenzione. A fare splendidamente da spalla a Fenoglio è Giulio, un giovane rampollo di buona famiglia: si incontrano durane la fisioterapia, e fra un esercizio e l’altro diventano amici, anzi complici in una ricerca introspettiva che sbalordisce per chiarezza e obiettività, e che mette il lettore nella posizione di porsi molte domande.

Lo fa proponendo insolite chiavi di lettura: per esempio l’investigazione – vale a dire il lavoro che Fenoglio ha svolto per tutta la vita – si presenta per quello che realmente è, una vera e propria arte in cui non c’è spazio per alcun limite, a cominciare dalla superficialità. Ricorda, di conseguenza, che siamo tutti pessimi osservatori, prima di tutto di noi stessi. E, ancora, ricorda che le indagini non son procedure lineari bensì “Il risultato investigativo – ma in realtà più in generale la nostra comprensione delle nostre esperienze – dipende da un procedere per tentativi”: in fondo, aggiungiamo noi, non è esattamente ciò che facciamo quando la nostra vita viene buttata all’aria da un fatto doloroso? Anche questo ci insegna il “giallo”, fa parte della finalità narrativa riportare ordine dove qualcosa ha provocato disordine, a ripristinare le regole: ciascuno ha le sue “Alcune hanno senso, altre meno. Ma tutte insieme servono a farci funzionare, a farci tirare avanti.”

La versione di Fenoglio è un libro che offre molto al lettore, che certamente esce fortificato dalla lettura. È un libro scritto con appropriatezza, con la competenza di chi sa rendere piacevole anche l’argomento più ostico perché lo conosce bene. È un libro che, nonostante lo spessore del contenuto, sa offrirsi con pacatezza, a tratti con leggerezza, quella data da una pennellata “rosa” nelle vicende di un carabiniere gentiluomo.

Alessandra Chirimischi

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Salve, e salute!

Morbide, soffici, vellutate, foglie dal color verde tenuo con la Primavera iniziano a protendersi verso il cielo, mentre il loro profumo inebria l’aria a ogni alito di vento leggero… che meravigliosa sensazione di benessere!

Ci saluta così la salvia, e noi ricambiamo con altrettanta enfasi perché la salvia è una pianta sinonimo di salute, a cominciare dal fatto che il suo nome deriva dal latino “salus” – salute appunto – poi anche per le tante proprietà benefiche che le sono riconosciute. Delle diverse specie in cui è possibile trovarla, la più comune è la salvia officinale, detta anche tè di Grecia o erba sacra: cresce in tutte le terre mediterranee, fino agli 800 metri di altitudine, e può essere senza problemi coltivata in ogni orto o anche in un vaso in terrazza… sempre che l’aria che respira non sia troppo inquinata dal traffico o da altre fonti di contaminazione. 

Accudirla è un piacere, averla a portata di mano è un vero toccasana, non solo per il sapore che sa dare alle pietanze – soprattutto alle carni – ma anche per gli usi alternativi che possiamo farne a beneficio della nostra salute, a patto che… non si soffra di ipertensione: è un forte stimolante, che attiva la circolazione del sangue, mentre per le sue proprietà astringenti la salvia è un tonificante che agevola le funzioni di stomaco e intestino, ma è allo stesso tempo anche un ottimo regolatore della diuresi e potente antisettico. Quest’ultimo è arrivato sino a noi con storie talvolta leggendarie, come quella dei quattro ladroni di Marsiglia che – riparati da un unguento a base di aceto, nel quale erano state macerate foglie di salvia e un po’ di timo, lavanda, rosmarino e aglio – se ne andavano a saccheggiare le città appestate restando immuni dal contagio. Senza dover arrivare a tanto, però, la salvia è di grande aiuto anche per l’uso esterno al corpo, per la cicatrizzazione delle ferite, o per le proprietà anti infiammatorie: qualche foglia bollita in un po’ di acqua diventa un ottimo collutorio per gargarismi e sciacqui rinfrescanti.

Alessandra Chirimischi