Piccoli magni frutti

Quanto sia stato Magno, il celebre Alessandro, lo abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni: conquistando le terre dell’Est (ricordiamo che si spinse fino a quelle che sono gli attuali Pakistan e India, conquistando prima l’Impero Persiano) conobbe – fra l’altro – ciò che di meglio offrivano alla piacevolezza del palato. Una ricchezza di queste terre è il Prunus armeniaca, l’albero dalla tondeggiante chioma sui cui rami, dopo una bellissima fioritura che passa dal rosa chiaro al bianco, crescono quei tanto gustosi quanto delicati frutti che sono le albicocche.

Conosciuto in Asia Centrale già oltre 4000 anni fa, dove sorgeva in forma spontanea, al seguito dell’esercito di Alessandro Magno l’albicocco giunse prima in Mesopotamia e Persia, poi sulle coste mediterranee dove trovò l’ambiente ideale di climi temperati, al riparo da gelate tardive.

Il periodo naturale di maturazione va da maggio ad agosto – con l’apice di produzione fra giugno e luglio – ed è allora che si apprezza al meglio la polpa, molto delicata, pur essendo le albicocche generosamente disponibili ad essere conservate in vari modi, così che possiamo disporne tutto l’anno. Si trova, infatti, essiccata o disidratata, ma anche in gelatina o confettura, sciroppata o in succo da bere, pur restando impareggiabile la bontà quando gustata fresca a fine pranzo, a colazione, per uno spuntino… Impareggiabile, dicevamo, a patto che sappiamo sceglierla.

Infatti, le albicocche sono frutti molto delicati, che rischiano di rovinarsi facilmente: è quindi opportuno avere l’accortezza di evitare i frutti immaturi – duri e di colore verdognolo o giallo-chiaro – e quelli troppo maturi, che diventano eccessivamente teneri e si deteriorano in fretta. Sceglieremo albicocche dal bel colore sfumato rosso-arancio, piene e compatte al tatto, che riporremo al fresco subito dopo averle acquistate, e che consumeremo nel giro di pochi giorni.

Alessandra Chirimischi

L’ALBICOCCA: CONSIGLI ALIMENTARI

Potrebbe interessarti

Leave a comment